Galleria Umberto di Napoli, beffa telecamere: «I fondi ci sono ma sono inutilizzati»

Galleria Umberto di Napoli, beffa telecamere: «I fondi ci sono ma sono inutilizzati»
La Galleria Umberto è un eterno ritorno al degrado. Il primo salotto della città, il luogo più calpestato della Napoli meta del boom turistico delle ultime...

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La Galleria Umberto è un eterno ritorno al degrado. Il primo salotto della città, il luogo più calpestato della Napoli meta del boom turistico delle ultime settimane, è rimasto impigliato in un fitto immobilismo, dopo la campagna per il rilancio iniziata dal Mattino a fine dicembre ’21, e raccolta a fine gennaio dal Comune e dai privati.

Tutti gli attori coinvolti nella complessa gestione del monumento sembravano finalmente essersi rimboccati le maniche per rilanciare, una volta per tutte e dopo anni di declino, uno dei punti più rappresentativi della città. Si era addirittura arrivati all’interessamento da parte di griffe e imprenditori per i 12 locali sfitti dove inaugurare nuove attività. Si era parlato di «centro culturale», di «valorizzazione dell’artigianato locale e gallerie artistiche». Alle parole, però, non sono seguiti i fatti e, dopo le risse insanguinate tra minorenni e i nuovi dissesti con vista sul San Carlo (cui si aggiungono le vecchie impalcature che resistono da 8 anni sull’arco di Toledo), i cittadini oggi schiumano rabbia su Fb per «la cloaca e l’immondizia da fast food», le partite di calcio e l’incuria. Vediamo, nel dettaglio, di chi sono le responsabilità del mancato rilancio, da dividere tra istituzioni e privati. 

A quattro mesi dalle promesse, quasi tutti i fronti sono bloccati. Anche quelli per i quali non esistono problemi economici. La Camera di Commercio, a fine gennaio, si era offerta di pagare le telecamere di sicurezza per la Umberto I. La questione però si è arenata, e l’ente camerale non ha ricevuto alcun interessamento da parte delle istituzioni. Su sollecitazione del prefetto, l’ente camerale aveva fatto un sondaggio per i costi della vigilanza notturna. Una delle ditte, addirittura, si era offerta di dimezzare la tariffa per la Umberto I. Eppure niente. Né su vigilanza notturna, né su videosorveglianza (su quest’ultimo punto, il Comune dovrebbe aver trovato un’altra soluzione). 

Tra il dire e il fare, insomma, c’è di mezzo la Galleria Umberto che, a causa della sua natura ibrida tra pubblico e non, diventa palcoscenico non solo dell’inciviltà di una fetta dei napoletani, ma anche teatro di inutili prove di forza e veti incrociati tra istituzioni e proprietari coinvolti nella gestione. Proprio sulla questione vigilanza, dopo l’impegno del prefetto Palomba che ha convocato ben 3 incontri e si sta spendendo non poco per la Umberto I, nelle scorse settimane si era arrivati a un accordo di massima che non è mai stato messo nero su bianco. Il prefetto aveva poi suggerito ai proprietari un’assemblea unica dei proprietari per facilitare le trattative tra istituzioni, residenti e commercianti. Poche adesioni dagli interessati. 

Alle luci iniziali arrivate dal Comune, sono seguite diverse ombre. Gli assessorati che finora hanno portato risultati concreti alla Umberto I sono quello alla Sicurezza di De Iesu (che ha garantito un presidio diurno 8-20) e quello alle Politiche Sociali di Trapanese (che, con le associazioni, ha sfoltito il dormitorio notturno). Poco dopo, sono state installate le nuove luci (non esenti da critiche). Le opere fatte finiscono qui. Nessuno degli interventi strutturali di competenza comunale è iniziato su pavimenti (sempre più disastrati, con i compensati che da luglio scorso deturpano i vetri) e cupola. Il progetto - come spiegato più volte dall’assessorato all’Urbanistica - è stato affidato ai tecnici della Sovrintendenza, e il Comune è alla caccia di «risorse» per i lavori. La Umberto I, di conseguenza, non figura nella lista dei progetti del pnrr. Dopo le trattative con il condominio di piazzetta Serao 7 (che si dichiarava disponibile ai lavori in cambio del congelamento sui canoni dei ponteggi e altre garanzie per evitare nuovi contenziosi), inoltre, Palazzo San Giacomo ha stabilito di intervenire anche per il restyling dell’arco di via Toledo (ingabbiato dalla tragica morte di Salvatore Giordano nel 2014). Alcuni commercianti aspettavano ieri l’inizio della manutenzione, ma non si è visto nessun operaio al lavoro sulle zone di competenza pubblica. In queste ore, si spera, dovrebbe partire qualcosa. 

Sorte analoga per il Distretto del Commercio, non ancora formalizzato tra l’assessorato alle Attività Produttive e le associazioni di categoria interessate. Delle insegne uniformi per i negozi, di cui pure si era parlato, nemmeno l’ombra. Le divisioni non sono mai sparite nemmeno tra le 12 assemblee di condominio dei proprietari, più volte convocati dal prefetto. I disaccordi resistono in particolare sul fronte - decisivo - della vigilanza notturna a spese dei privati, sponsorizzata dal Comune ma indigesta per alcuni residenti, che non ne fanno - dicono - «una questione economica, ma preferirebbero una sorveglianza di Stato per arginare babygang, inciviltà e violenza». Privati in stallo anche sul super-condominio. I condomini, in compenso, sono attivi dal punto di vista del restyling delle facciate dei palazzi, di competenza privata. I lavori in corso, in questo caso, e in tempi di bonus, sono all’ordine del giorno. 

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Il Mattino