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Dalla piccola bottega di fine 800 alla Fabbrica di cioccolato di via Vetriera, con l'inconfondibile marchio colore blu di Prussia, tratto distintivo di un prodotto che, da oltre un secolo, non ha eguali nel mondo. Una garanzia assoluta di qualità, il cioccolato Gay-Odin, frutto di una dinastia, la cui sapienza artigianale, radicata nella tradizione, ancora oggi si sposa perfettamente con la bontà delle materie prime utilizzate. La storia degli artefici delle delizie che addolciscono il palato di tanti golosi è stata ripercorsa nelle sale dell'Unione Industriali Napoli, durante l'incontro celebrativo dello storico brand.
E l'occasione era il quindicesimo anniversario della scomparsa di Giuseppe Maglietta che, all'inizio degli anni 80, rilevò la fabbrica, insieme a sua moglie Marisa, ai figli Davide, Sveva, Dimitri ed al genero Massimo Schisa. «La nostra azienda - ha spiegato Marisa Del Vecchio, amministratore Gay-Odin - è come una famiglia con basi solide. Quando mio marito arrivò in azienda ha rinnovato molto, per fare in modo che tutti i dipendenti stessero bene, perché gli artigiani lavorassero nelle migliori condizioni. Mio marito era un uomo di altri tempi, era sempre un passo avanti. Ha lasciato Roma, dove era nato, per trasferirsi a Napoli, dove si è appassionato alla Gay Odin, imparando i segreti del cioccolato da suo zio Giulio Castaldi». Il legame dello storico marchio con la città risale alle origini, quando Isidoro Odin, piemontese di Alba, decide di trasferirsi a Napoli per realizzare un'attività sulle orme di suo zio Francesco che, sotto i portici di Piazza del Plebiscito, aveva una piccola cioccolateria. Dopo l'apertura di un piccolo laboratorio artigianale, Odin sposa la piemontese Onorina Gay e dall'unione tra i due, nel 1894, nasce il marchio Gay-Odin.
Gay Odin, ecco l'uovo più grande al mondo dedicato a Dante (Newfotosud, Sergio Siano)
«Con Gay Odin - spiega il vicepresidente dell'Unione industriali Costanzo Jannotti Pecci - abbiamo voluto celebrare l'industria dell'eccellenza napoletana che sa coniugare la tradizione con l'innovazione. La qualità è l'elemento distintivo che consente a imprese come Gay Odin di superare il secolo di vita e radicarsi nella storia di una città e di un territorio. La qualità è un valore da conservare, da difendere anche contro l'avvento di mode che privilegino tendenze effimere. Maglietta e la sua famiglia lo hanno saputo difendere, quel valore, consentendo a questa città di rinverdire i fasti di un tempo». All'incontro, moderato dal giornalista Gianluca Vigliotti, hanno preso parte, oltre a Jannotti Pecci e Marisa Del Vecchio, anche Raffaella De Franchis (Federazione Italiana Medici Pediatri Napoli), il neolaureato Bocconi Francescopaolo Schisa, Davide Maglietta (Consiglio di Amministrazione Gay Odin) e il presidente della Sezione filiera alimentare Unione Industriali Napoli Gaetano Torrente. «La grande avventura imprenditoriale raccontata dalla famiglia Maglietta trova un comune denominatore con le imprese di eccellenza che hanno portato avanti il made in Italy nel nostro territorio», spiega Torrente.
Il Mattino