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Giancarlo Della Volpe fa il barista ma è un giovane regista di 24 anni dei Quartieri Spagnoli che sin da bambino aveva un sogno: diventare un poliziotto. E la polizia come simbolo di legalità che può cambiare la vita delle persone è protagonista del cortometraggio con cui ha appena vinto un premio a Firenze: «Voglio mostrare il buono dei ragazzi che nascono nella mia città e il cambiamento possibile se si sceglie da che parte stare», dice. Il primo riconoscimento è arrivato pochi giorni fa dalla Toscana e nemmeno se lo aspettava. Ma da oggi la statuetta del leone in vetro che raffigura il Premio Cinema breve dedicato ai cortometraggi è sulla mensola della stanza di Giancarlo, un ragazzo nato tra i vicoli dei Quartieri Spagnoli e la zona di via Costantinopoli.
Ma Giancarlo è soprattutto figlio di un posteggiatore che tutti conoscevano, perché amava la canzone classica napoletana. «A lui che oggi non c’è più, dedico questo premio», dice il 24enne, che spiega com’è nata la sua passione per il cinema.
«Mi recai alla questura di via Medina e li conobbi il mio “angelo custode”, una poliziotta per me molto speciale, a cui devo tanto e che per me è stata come una madre». Così Giancarlo ebbe l’ok per girare alcune scene con le volanti della polizia per il suo primo cortometraggio. Fino al secondo, “Cambio per la mia libertà”, appena premiato a Firenze: «In questo lavoro racconto come in ogni ragazzo che commette uno sbaglio ci sia sempre una speranza, una seconda possibilità specie se si sceglie di stare dalla parte giusta». E sui progetti futuri dice: «Ne ho tanti, trattano tutti di temi sociali e delle sofferenze della mia città».
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