Giustizia e bellezza, la mostra nella Piazza coperta del Tribunale di Napoli

Dodici capolavori del Barocco italiano provenienti da collezioni private, l'inaugurazione fissata per il 15 febbraio, spazi accessibili dal lunedì al sabato

San Girolamo, olio su tela
Il Tribunale di Napoli si trasforma in galleria d'arte. Con la mostra «Giustizia e bellezza: drammaturgia del diritto nella pittura barocca». Dodici...

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Il Tribunale di Napoli si trasforma in galleria d'arte. Con la mostra «Giustizia e bellezza: drammaturgia del diritto nella pittura barocca». Dodici capolavori del Barocco italiano provenienti da collezioni private, dal 15 febbraio al 15 marzo 2023, in esposizione nella piazza Coperta del Centro Direzionale a Napoli.

Inaugurazione prevista mercoledì 15 febbraio alle 11.30, spazio accessibile dal lunedì al sabato, esclusivamente dalle 9 alle 14. «Immagino l’insolito stupore, e forse l’entusiasmo, di magistrati, avvocati, cancellieri, funzionari, forze dell’ordine e parti dei più svariati giudizi civili e penali recarsi in Tribunale nel poter vivere, nella confusione che anima quotidianamente gli uffici giudiziari, la meraviglia che inevitabilmente genera la visione di prestigiosi dipinti di grandi maestri», dichiara il presidente del Tribunale di Napoli, Elisabetta Garzo, che svela: «Questa opportunità è nata dalla mia amicizia con don Gianni Citro», che è il presidente della Fondazione Meeting del Mare C.R.E.A. e curatore dell’iniziativa insieme con il magistrato Nicola Graziano.

Citro fa notare: «Giustizia e Bellezza sembrano gli enunciati di un paradigma impossibile, che pretende l’irruzione dell’etico nell’estetico e addirittura ne cercherebbe la coniugazione o il contagio, ma l’esperimento di questa mostra rende chiara l’appartenenza e l’inevitabile intesa tra la gioia della visione e quella del sentimento». Certo, «trasportare 12 tele del Seicento nel tetro e trafficato habitat di un Palazzo di Giustizia è senza dubbio una operazione fuori dai canoni, al di là dei dettagli difficili della logistica». Ma la Fondazione Meeting del Mare C.R.E.A. non è nuova di imprese audaci e provocatorie: le mostre d’arte nei beni confiscati alla criminalità organizzata, nei centri commerciali, negli archivi storici, hanno tracciato un percorso di ricomposizione tra l’arte e gli spazi che la ospitano.

«Lo scopo – sottolinea il magistrato Graziano, curatore della mostra – è portare nella piazza coperta del Tribunale di Napoli il seme di una rivoluzione culturale. Dodici dipinti, di rara bellezza e intensità, che attraverso parole chiave, esemplificano lo spettro dei colori della Giustizia: crudeltà e delitto, coraggio e lotta, inganno e innocenza, speranza e giudizio, cura e visione, pace e bellezza sono una sorta di sottotitolo di opere meravigliose che si rivelano anche nel quotidiano atteggiarsi dell’attività che si svolge negli spazi del Palazzo di Giustizia napoletano».

Conclude Marco Campora, presidente della Camera Penale di Napoli: «Il Barocco ci insegna a riconoscere non solo la dignità, ma la bellezza dei nostri corpi. Dei corpi dei carcerati, dei corpi dei poveri, dei corpi dei “matti”, dei corpi dei torturati, dei corpi dei rifugiati, dei corpi dei migranti. Per rispettare i corpi degli ultimi – e per dar loro giustizia - occorre essere capaci di vederne la bellezza».

 

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Il Mattino