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Hotel de Londres: c'è larga sintonia per il ritorno dei vacanzieri nell'edificio storico nel cuore della city istituzionale e turistica. Dopo la proposta lanciata nei mesi scorsi dal presidente dell'Unione Industriale di Napoli, Costanzo Jannotti Pecci, sono arrivati nelle ultime ore l'appoggio del governo e il nullaosta dell'amministrazione di Palazzo San Giacomo: il palazzo liberty di piazza Municipio, oggi sede degli uffici del Tar Campania, potrebbe tornare a essere un albergo in grado di ospitare un turismo di «alta gamma», come auspicato dal ministro del Turismo Daniela Santanché. Da un punto di vista operativo, si ragiona sulle modalità di un eventuale accordo di concessione del bene, e resta da sciogliere il nodo della burocrazia, che implicherà probabilmente un cambio di destinazione d'uso della struttura da parte del Demanio.
Va ricordato che, trattandosi di un bene dello Stato, l'ex Grand Hotel di piazza Municipio non rientra nel campo della gestione comunale. Resta comunque importante la posizione espressa dall'amministrazione di Palazzo San Giacomo, che non si oppone ad alcuna ipotesi sul futuro di uno dei primi esempi dell'art nouveau partenopea (realizzato tra 1895 e 1899 su progetto dell'architetto udinese Giovan Battista Comencini, che restaurò negli stessi anni la vicina sede del consiglio comunale di via Verdi). Anzi, in Comune si guarda con favore all'implementazione dell'accoglienza in città attraverso la realizzazione di possibili strutture ricettive di lusso, come sarebbe appunto il ritorno dell'Hotel de Londres, in grado di aumentare i servizi per coprire il target del turismo di alto profilo. Quanto alle competenze, però - si sottolinea dal Municipio - spetta al Governo la valutazione sulla destinazione d'uso di immobili come l'ex Grand Hotel a due passi dal Molo Beverello e dal Maschio Angioino. Il vero nodo da sciogliere, per entrare nella fase operativa del discorso, sta nel cambio di destinazione d'uso della struttura. È il Demanio a doversi attivare per compiere questo passo, decisivo. A partire dall'avviamento di questa procedura, si potrà poi discutere concretamente del futuro dell'Hotel de Londres e della riapertura delle sue porte ai visitatori che, da ogni parte del mondo, arrivano all'ombra del Vesuvio.
Era il marzo di quest'anno, quando il presidente dell'Unione Industriali partenopea, Costanzo Jannotti Pecci, lanciò il primo appello per il ritorno dell'edificio alle sue antiche funzioni di accoglienza.
Resta da valutare quale tipologia di accordo possa essere messo in campo per il riutilizzo, l'eventuale restauro e la gestione del palazzo liberty. Non si esclude, al momento, neppure la gestione comunale dell'ex Grand Hotel, sul modello Castel dell'Ovo, per intenderci (la fortezza, infatti, è di proprietà del Demanio ma è gestita da Palazzo San Giacomo). La parola, in questo senso, passa proprio al Demanio, ma la soluzione del rebus potrebbe essere meno lontana del previsto. A spiegare il perché è Luciano Schifone, consigliere del ministro alla Cultura Gennaro Sangiuliano: «Il Demanio è un'emanazione del Mef - argomenta - e il Tar è vigilato dal presidente del Consiglio. La soluzione della vicenda non dovrebbe essere lontana. Il ritorno dell'Hotel alle sue antiche funzioni sarebbe un introito aggiuntivo notevole anche per il governo, dal momento che un albergo di lusso sarebbe chiamato a versare un canone importante allo stesso Demanio, o all'eventuale ente cui l'edificio sarà dato in concessione. Non si esclude neppure un accordo con il Comune, come accade per Castel dell'Ovo. Molto probabilmente il palazzo dell'Hotel de Londres è soggetto a un vincolo architettonico che ne prevede la tutela sul piano storico. Gli interventi di carattere edilizio, di conseguenza, dovrebbero essere sottoposti al parere della Sovrintendenza».
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