Hotel de Londres, c'è il sì di Comune di Napoli e Unione Industriali

Coro di sì al progetto del ministro del Turismo Santanché

L'Hotel de Londres a piazza Municipio
L'Hotel de Londres a piazza Municipio
di Gennaro Di Biase
Venerdì 21 Luglio 2023, 07:04 - Ultimo agg. 22 Luglio, 09:45
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Hotel de Londres: c'è larga sintonia per il ritorno dei vacanzieri nell'edificio storico nel cuore della city istituzionale e turistica. Dopo la proposta lanciata nei mesi scorsi dal presidente dell'Unione Industriale di Napoli, Costanzo Jannotti Pecci, sono arrivati nelle ultime ore l'appoggio del governo e il nullaosta dell'amministrazione di Palazzo San Giacomo: il palazzo liberty di piazza Municipio, oggi sede degli uffici del Tar Campania, potrebbe tornare a essere un albergo in grado di ospitare un turismo di «alta gamma», come auspicato dal ministro del Turismo Daniela Santanché. Da un punto di vista operativo, si ragiona sulle modalità di un eventuale accordo di concessione del bene, e resta da sciogliere il nodo della burocrazia, che implicherà probabilmente un cambio di destinazione d'uso della struttura da parte del Demanio. 

Va ricordato che, trattandosi di un bene dello Stato, l'ex Grand Hotel di piazza Municipio non rientra nel campo della gestione comunale. Resta comunque importante la posizione espressa dall'amministrazione di Palazzo San Giacomo, che non si oppone ad alcuna ipotesi sul futuro di uno dei primi esempi dell'art nouveau partenopea (realizzato tra 1895 e 1899 su progetto dell'architetto udinese Giovan Battista Comencini, che restaurò negli stessi anni la vicina sede del consiglio comunale di via Verdi).

Anzi, in Comune si guarda con favore all'implementazione dell'accoglienza in città attraverso la realizzazione di possibili strutture ricettive di lusso, come sarebbe appunto il ritorno dell'Hotel de Londres, in grado di aumentare i servizi per coprire il target del turismo di alto profilo. Quanto alle competenze, però - si sottolinea dal Municipio - spetta al Governo la valutazione sulla destinazione d'uso di immobili come l'ex Grand Hotel a due passi dal Molo Beverello e dal Maschio Angioino. Il vero nodo da sciogliere, per entrare nella fase operativa del discorso, sta nel cambio di destinazione d'uso della struttura. È il Demanio a doversi attivare per compiere questo passo, decisivo. A partire dall'avviamento di questa procedura, si potrà poi discutere concretamente del futuro dell'Hotel de Londres e della riapertura delle sue porte ai visitatori che, da ogni parte del mondo, arrivano all'ombra del Vesuvio.

Era il marzo di quest'anno, quando il presidente dell'Unione Industriali partenopea, Costanzo Jannotti Pecci, lanciò il primo appello per il ritorno dell'edificio alle sue antiche funzioni di accoglienza. Lo stesso Jannotti Pecci torna a parlarne oggi, considerando la questione Hotel de Londres un «segno dell'attenzione che il governo, e in particolare il ministro Sangiuliano, stanno riservando alla città di Napoli, anche grazie a un intelligente e apprezzabile dialogo istituzionale con il Comune». «Il sostegno del Governo alla nostra richiesta di restituire alle sue funzioni originarie una prestigiosa struttura alberghiera come il Grand Hotel de Londres non solo ci conforta ma conferma un dato di fondo: quando è in gioco l'interesse di un territorio e dei suoi cittadini, le Istituzioni sanno convergere al di là degli schieramenti - prosegue il presidente dell'Unione Industriali all'ombra del Vesuvio - Devo sottolineare come la nostra proposta, con le sue motivazioni, sia stata accolta in pieno, a dimostrazione della sua fondatezza. La disponibilità di adeguate strutture per il Tar rimane ovviamente un obiettivo parallelo e, in questa direzione, l'ipotesi di trasferire il Tribunale amministrativo nel prestigioso complesso dell'ex Pretura, a piazza San Francesco, appare come una eccellente soluzione, anche sotto il profilo logistico. Sono d'accordo con quanto riportato da Il Mattino: il recupero del Grand Hotel de Londres si inquadrerebbe in uno scenario che, pur tra criticità e comportamenti di qualche categoria non in linea con lo sviluppo di una metropoli moderna, può cambiare in meglio e, stando anche a recenti annunci come quello fatto dal presidente dell'Autorità di Sistema Portuale Annunziata, potrebbe presto conoscere positive evoluzioni. È importante la coesione di intenti, dunque, così come lo è accelerare al massimo i tempi degli interventi necessari per trasformare in meglio la capitale del Sud».

Resta da valutare quale tipologia di accordo possa essere messo in campo per il riutilizzo, l'eventuale restauro e la gestione del palazzo liberty. Non si esclude, al momento, neppure la gestione comunale dell'ex Grand Hotel, sul modello Castel dell'Ovo, per intenderci (la fortezza, infatti, è di proprietà del Demanio ma è gestita da Palazzo San Giacomo). La parola, in questo senso, passa proprio al Demanio, ma la soluzione del rebus potrebbe essere meno lontana del previsto. A spiegare il perché è Luciano Schifone, consigliere del ministro alla Cultura Gennaro Sangiuliano: «Il Demanio è un'emanazione del Mef - argomenta - e il Tar è vigilato dal presidente del Consiglio. La soluzione della vicenda non dovrebbe essere lontana. Il ritorno dell'Hotel alle sue antiche funzioni sarebbe un introito aggiuntivo notevole anche per il governo, dal momento che un albergo di lusso sarebbe chiamato a versare un canone importante allo stesso Demanio, o all'eventuale ente cui l'edificio sarà dato in concessione. Non si esclude neppure un accordo con il Comune, come accade per Castel dell'Ovo. Molto probabilmente il palazzo dell'Hotel de Londres è soggetto a un vincolo architettonico che ne prevede la tutela sul piano storico. Gli interventi di carattere edilizio, di conseguenza, dovrebbero essere sottoposti al parere della Sovrintendenza». 

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