Un dipendente della Napoli Servizi, attivista della Uil, finisce sotto inchiesta per un presunto caso di assenteismo. Nel mirino della Procura partenopea un lavoratore della...
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C.S., dal 2007 nella Napoli Servizi, è stato pedinato per diversi giorni nell'agosto del 2017, dagli agenti dell'Unità operativa di polizia giudiziaria dei vigili urbani, dopo una segnalazione della stessa società partecipata. Il 61enne, come si evince dagli atti del pm, è accusato di assenteismo perché «quale dipendente della Napoli Servizi, società in house del Comune, con artifizi e raggiri consistiti nel timbrare il cartellino segnatempo per poi allontanarsi dal posto di lavoro per l'intera giornata, inducendo in errore la predetta società in merito all'effettivo adempimento della prestazione lavorativa, si procurava un ingiusto profitto in danno di quest'ultima». Al momento C.S. è regolarmente in servizio. L'azienda comunale, infatti, si riserva qualsiasi azione nei confronti del dipendente, soltanto dopo aver ricevuto la notifica dell'atto della Procura. Con la notifica dell'avviso della conclusione delle indagini preliminari l'indagato ha venti giorni di tempo per presentare memorie, produrre documenti, depositare l'incarto relativa alle eventuali investigazioni svolte dal difensore, nonché per sottoporsi all'interrogatorio del pm.
Il dipendente, contattato telefonicamente, si difende: «Non sono un furbetto del cartellino. Ho fatto troppe denunce e vogliono farmela pagare. Sono sempre al lavoro e lo testimoniano le telecamere del commissariato di Ponticelli, di fronte al mio ufficio». Il 61enne incalza: «Ho lavorato per anni al Pan e ho fatto anche tantissimi straordinari. Poi mi hanno spostato al servizio Qualità per otto anni. Il mio lavoro era certificato addirittura da una società esterna. Io nel mio ufficio a Ponticelli entro la mattina ed esco la sera». I filmati raccolti dalla polizia giudiziaria racconterebbero il contrario, ma l'indagato avrà tempo e modo per difendersi presentando documentazioni che possano scagionarlo dall'accusa, per dimostrare la propria innocenza. «L'accesso sul mio computer è registrato - prosegue ancora l'indagato - Si tratta di una cosa di tre anni fa e non riguarda solo me». Risulterebbero infatti indagate altre tre persone, che non rientrerebbero nei database della Napoli Servizi, né del Comune. Potrebbe trattarsi di tre dipendenti di altre partecipate.
L'amministratore unico della società comunale, Andrea de Giacomo, preferisce non intervenire sul caso, con le indagini ancora in corso, ma rispetto all'impegno che la multiservizi sta mettendo in campo contro l'assenteismo: «Abbiamo intensificato i controlli e come azienda siamo impegnati affinché tutto funzioni al meglio. Dobbiamo dare ai cittadini i migliori servizi che la partecipata può offrire e c'è bisogno dell'impegno di tutti. Vogliamo che le cose funzionino». Proprio grazie alla denuncia di de Giacomo nel mese di novembre è finito sotto i riflettori della Procura un caso che ha fatto molto scalpore.
Sulla carta dovevano custodire il parco comunale San Gaetano Errico, un piccolo polmone di verde pubblico a Secondigliano, mentre nei fatti erano altrove. Nove dipendenti, otto di Napoli Servizi, uno di Asìa, impegnati in altre attività. C'è chi gestiva un negozio di salotti, chi si affidava alla fortuna passando il proprio tempo in un centro scommesse, chi andava su e giù nei supermercati, e altri pizzicati in officina per riparare l'auto di famiglia. Scene già viste altrove, che ricordano i licenziamenti a carico di quattro comunali, che lavoravano presso il palazzo del Consiglio comunale, nel giugno 2016 (altri tre dipendenti furono sospesi: due per tre mesi e una per sei mesi), o come gli otto furbetti del cartellino licenziati (e uno sospeso per tre mesi), in servizio presso la Municipalità II (Avvocata-Montecalvario-San Giuseppe-Porto-Mercato-Pendino), inchiodati dalle indagini dei carabinieri della compagnia Napoli centro (stazione San Giuseppe) e coordinate dalla sezione Reati contro la Pubblica Amministrazione della Procura di Napoli.
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Il Mattino