Protesta flop, a Napoli i ristoratori chiudono alle 18: «Dobbiamo essere responsabili»

Protesta flop, a Napoli i ristoratori chiudono alle 18: «Dobbiamo essere responsabili»
Alla fine non sono rimasi aperti i ristoratori di Napoli che avrebbero dovuto aderire all'iniziativa #ioapro. Una protesta, seppure simbolica, che avrebbe previsto la...

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Alla fine non sono rimasi aperti i ristoratori di Napoli che avrebbero dovuto aderire all'iniziativa #ioapro. Una protesta, seppure simbolica, che avrebbe previsto la prosecuzione dell'attività oltre le 18 e con il personale di sala cuochi o pizzaioli, seduti ai tavoli. I rischi sarebbero stati troppi. In primis quello di generare file ed assembramenti sia all'interno che all'esterno dei locali e poi quello legato all'aspetto legale. Il rischio – laddove si fosse generato un focolaio – sarebbe stato quello di subire una denuncia per attentato alla salute pubblica. 

«Bisogna continuare a far valere i nostri diritti – afferma il presidente Fipe Massimo Di Porzio – ma rispettando le norme e le regole imposte dal governo. Aprire questa sera sarebbe stato come farci un autogol che in questo momento non possiamo permetterci. Dobbiamo pensare a noi stessi, alle nostre aziende ed ai clienti che non possiamo esporre ad alcun tipo di pericolo. Sia sanitario che legale. Dobbiamo continuare a farci sentire ma cercando non oltrepassare mai limite della legalità». Idee chiare quelle del presidente Di Porzio che vengono condivise dagli altri ristoratori, come Simone Profeta, che stasera hanno continuato a lavorare con i cibi da asporto. 

«Non sarebbe stato giusto calare la guarda in questo momento – commenta Profeta – perchè abbiamo fatto tanto per dimostrare la nostra voglia di lavorare. Tra l'altro con queste regole e con il coprifuoco alle 22 non sarebbe venuto nessuno. La nostra categoria ha perso tanto in questi mesi, si parla di 40 miliardi di fatturato, ma proprio per questo dobbiamo continuare a viaggiare sulla linea del rispetto delle regole. E' necessario dare il buon esempio e farlo sino alla fine. Io ho deciso di non aderire perchè è più importante pensare al futuro con responsabilità e senza agire di pancia. Il momento è veramente difficile ma dobbiamo continuare a tenere duro».

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Il Mattino