Centoventi milioni per disinquinare il Golfo di Napoli restano nelle casse della Regione che per ora ancora non è riuscita a investirli. E il mare resta sporco....
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Il primo. L’impianto di depurazione Napoli Est, funziona fuori norma ormai da moltissimi anni. Il riadeguamento è stato finanziato dal Cipe fin dal 2012 con ottantanove milioni ma solo nei giorni scorsi è stato firmato il contratto con lo studio di ingegneria che a luglio si è aggiudicato la gara per la progettazione esecutiva. La road map fissata dal bando prevedeva che entro dicembre i lavori dovessero essere terminati.
Il secondo. Non esiste il collettore che dovrà alimentare l’impianto di depurazione Napoli Est . I liquami urbani provenienti dal territorio (comunale) di Napoli Est (oltre 150.000 abitanti) sono sempre stati scaricati all’interno del Porto attraverso diciassette alvei e canali. Ma anche qui esiste un progetto, finanziato dal Cipe nel 2012 con dieci milioni e quattrocentomila euro
Il terzo. Non esiste la rete fognaria che deve correre sotto Corso San Giovanni a Teduccio, e quindi anche questi liquami non possono arrivare all’impianto di Napoli Est: anche questo lavori sono stati finanziati (23 milioni) ma non sono stati realizzati.
Quello del mancato adeguamento degli impianti di depurazione è un capitolo che si trascina da anni ed è stato anche al centro di numerose inchieste della magistratura. Sul tema è intervenuta anche la Corte di Giustizia Europea con due sentenze di condanna: per accelerare gli adeguamenti è stato anche nominato un commissario, il professor Enrico Rolle.
Ciononostante, secondo Marevivo, si procede a rilento.Sostiene l'associazione ambientalista: "Noi cittadini dobbiamo partecipare, attraverso libere organizzazioni associative, anche collegate tra di loro, più attivamente alla conduzione delle politiche sociali ed economiche delle nostre regioni e delle nostre città e dobbiamo metterci in grado di controllare i risultati del lavoro in corso di svolgimento dai nostri Amministratori Pubblici: la trasparenza dell'acqua dei nostri mari si raggiunge attraverso la trasparenza delle azioni amministrative della cosa pubblica".
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Il Mattino