Dopo Matera, Milano, Catania e Salò, arriva a Napoli, nella Basilica di Santa Maria Maggiore alla Pietrasanta, il “Museo della Follia. Da Goya a Maradona”, la...
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Tra le novità di questa edizione ci sono due imponenti sculture che portano la firma di Cesare Inzerillo. La prima, omaggio alla città di Napoli e alla sua tradizione scaramantica, è un Corno Reale di oltre 3 metri; l’altra è un colossale Apribocca – realizzato su modello del vero presente in mostra – posto in relazione al celebre dipinto “L’adolescente “ di Silvestro Lega. Ma la chicca della versione partenopea, da cui ha origine il sottotitolo, è l’ingresso del mondo del calcio nel mondo dell’arte: il Museo della Follia include, tra le vite di pittori, scultori e poeti, la presenza di Diego Armando Maradona attraverso le radiografie del piede che imitano l’innaturale posizione del gol storico messo a segno contro l’Inghilterra durante i quarti di finale di Messico ’86, oggetto di studio di un noto ortopedico. Uno scatto di quel piede immortalato dallo stesso Maradona è stato inoltre incorniciato ed esposto.
«L’idea di portare la follia fino a Maradona racchiude il concetto del tifo nel calcio – ha spiegato Sgarbi - la sua vita sregolata e il suo caravaggismo allunga la sua follia a quelli a cui la comunica: lui determina degli effetti di pazzia nelle reazioni delle persone che lo hanno guardato come a un Santo». Leggi l'articolo completo su
Il Mattino