Ormai le rivisitazioni del presepe, l’elemento della tradizione cristiana per eccellenza, non stupiscono più. Ogni Natale a San Gregorio Armeno, la patria della...
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Dall’altra parte della città, precisamente a Bagnoli, invece c’è chi il presepe preferisce rivisitarlo dal punto di vista architettonico, evitando di trasformarlo in un luogo di gossip e riempirlo con improbabili miniature di personaggi talvolta anche discutibili. Così da circa 30 anni Maurizio Travaglini, scultore e artista presepiale, ridisegna la scena della natività, aggiungendo elementi che richiamano eventi dell’attualità. E allora per il Natale 2018 in uno dei suoi presepi realizzati in sughero è comparso il moncone di un ponte spezzato, chiaro riferimento alla tragedia del crollo del viadotto Morandi avvenuta a Genova lo scorso 14 agosto.
Ma a prescindere dall’avversione nei confronti della moda di realizzare statuette somiglianti a personaggi famosi, a Travaglini il presepe piace spoglio di pastori. Infatti, una delle sue prime opere, che ripropone a ogni mostra, s’intitola proprio “Popoliamo il presepe”: «È un presepe privo di pastori, così lo spettatore può sentirsi egli stesso parte della scena e percepire il degrado e il male che stiamo facendo a questa terra». Un’altra variazione sul tema è un’opera in cui s’incontrano Cristianesimo e Mitraismo: «Si tratta di un presepe in cui ho inserito un mitreo, un luogo di culto precristiano – spiega l’artista –. E c’è anche un’edicola con l'incisione in latino tratta dal “Senso cosmico della creazione di Lucrezio”. Forse è il messaggio più forte che io abbia mai trasferito nelle mie opere».
Il Mattino