A Ischia l'emergenza post terremoto non è ancora conclusa. Con ancora oltre duemila sfollati e centinaia fra aziende e civili abitazioni da avviare alla fase della...
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I RITARDI
Dal primo cittadino di Lacco Ameno arriva dunque la conferma che solo in questi primi giorni dell'anno si sta avviando concretamente qualcosa sul binario della ricostruzione, mentre non si riducono i pesanti disagi vissuti da migliaia di persone e di decine di aziende. Non che il commissario incaricato alla ricostruzione, prefetto Carlo Schilardi, se ne stia con le mani in mano. Anzi, a 60 giorni dal suo insediamento effettivo ha prodotto una serie di atti che mirano a snellire l'iter della ricostruzione, almeno per alcune tipologie di fabbricati. Ma il fatto è che la sua nomina è avvenuta con enorme ritardo e a tutt'oggi il perimetro delle sue discrezionalità operative non è stato esattamente definito, così come non è possibile parlare di stanziamento dei fondi, almeno fin quando non si saprà con una certa approssimazione quale sarà la spesa finale per la ricostruzione a Casamicciola.
LE TENSIONI
Nel frattempo occorre nei tre comuni, e specialmente a Casamicciola Terme che conta i danni maggiori del sisma, dare una risposta ai problemi della quotidianità. Che non sono solamente quelli delle aziende chiuse o che sono state costrette (specialmente quelle di piccole dimensioni) a traslocare altrove. Ma soprattutto c'è sul tappeto il peso che devono sopportare almeno il 35% degli sfollati che ancora a distanza di 17 mesi dal sisma sono costretti a vivere in piccole stanze d'albergo. Un disagio fortissimo e che solo in minima parte viene alleviato dal fatto che lo Stato eroga il suo contributo al pagamento dei costi di alloggio, così come a quelli che hanno trovato una sistemazione autonoma, parte del fitto di un appartamento o di una casa. In questa situazione appare chiaro che l'emergenza a Ischia non è affatto terminata e che le istituzioni regionali e locali ritengono che non sia il caso di creare ulteriori problemi a chi e sono tanti si trova ancora in situazioni di forte disagio. Il passaggio di competenze da una struttura commissariale all'altra potrebbe generare ulteriori ritardi burocratici e innescare così la miccia di un malcontento popolare che è già fin troppo palpabile fra i terremotati e non solo. Leggi l'articolo completo su
Il Mattino