L'agonia di Città della Scienza: dopo il rogo 7 milioni di debiti

L'agonia di Città della Scienza: dopo il rogo 7 milioni di debiti
Non è bastato un anno di commissariamento. Anzi la crisi di Città della Scienza è ancora più drammatica ed i lavoratori sono costretti a scendere in...

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Non è bastato un anno di commissariamento. Anzi la crisi di Città della Scienza è ancora più drammatica ed i lavoratori sono costretti a scendere in presidio sotto la Regione. «Non c’è più liquidità, abbiamo nuovamente 7 stipendi arretrati, senza contare quelli che risalgono al 2011, e i creditori assediano i nostri uffici», attaccano i sindacati. Mentre gli 84 lavoratori sono amareggiati e delusi: non solo gli stipendi arretrati, ormai 10 contando anche alcuni del 2011, ma anche un blocco della attività. Tanto che «Futuro Remoto», la manifestazione più importante organizzata da Città della Scienza, da molti viene considerata a rischio. Naturale se l’ultimo bilancio chiuso il 31 luglio (quello relativo al 2016) certifica non un rosso di 2 milioni come inizialmente prospettato ma ben 7. Quindi 5 milioni in più che pesano come un macigno.  

I SINDACATI
«La Regione assunse l’impegno di un provvedimento straordinario che ponesse riparo, almeno in parte, ai guasti della sciagurata gestione precedente, condizionandolo ad una serie di atti da parte della Fondazione che, di fatto, consentissero un nuovo assetto voltando decisamente pagina. Nulla di tutto questo è avvenuto e sta avvenendo, nonostante le reiterate rassicurazioni», attacca la Cgil. Mentre i lavoratori iscritti alla Uil decidono di disertare il presidio sotto palazzo Santa Lucia e ieri mattina si riuniscono in assemblea nella struttura di Bagnoli: «Nell’ultimo anno, si è portata Città della Scienza alla paralisi delle attività e alla mancanza di ogni prospettiva strategica, con un clima interno insostenibile e distruttivo che la struttura commissariale non ha governato». Il clima, dicono i lavoratori, «è terribile: perché non vediamo prospettive». 
LA REGIONE
Destino nefasto quello di Città della Scienza: gioiellino nato da un’idea di Vittorio Silvestrini all’indomani della chiusura dell’Italsider e per anni fiore all’occhiello della rinascita napoletana. Sino alla terribile notte del 4 marzo 2013 quando il museo andò a fuoco. E da allora nulla è stato più come prima. «È grave che questi lavoratori siano senza stipendio», dice l’assessore regionale alla Ricerca Antonio Marchiello che ieri mattina ha ricevuto una loro delegazione. E aggiunge: «La situazione debitoria della Fondazione è tale che va inquadrata in un’ottica particolare: serve subito un nuovo statuto e un nuovo piano industriale per garantire le entrate necessarie che oggi non ci sono. Comunque - assicura l’assessore - la Regione farà la sua parte per rilanciare la struttura e assicurare un futuro ai lavoratori. Anche se servono aggiustamenti». 

«Piena e convinta solidarietà ai lavoratori che meritano stabilità e sicurezza. È inaccettabile che un polo scientifico-culturale di eccellenza come quello di Bagnoli venga abbandonato a se stesso. La Regione assuma una iniziativa per garantire dignità ai lavoratori e per rilanciare Città della Scienza», attacca l’europarlamentare di Leu Massimo Paolucci. Rassicurazioni, in merito, arrivano dai consiglieri regionali pd Enza Amato ed Antonio Marciano. «In questi mesi, la giunta ha adottato importanti decisioni a sostegno della Fondazione, portando da 2 a 3 milioni di euro, per tre anni, il contributo ordinario, in occasione dell’approvazione del Collegato alla Legge di stabilità, e disponendone il Commissariamento al fine di fare chiarezza sulla sua situazione debitoria e, dunque, contribuire al suo rilancio. Inoltre - proseguono Amato e Marciano - abbiamo lavorato come maggioranza affinché, di fronte alle risultanze del lavoro del commissario, si desse maggiore sostegno rispetto a quanto dovuto ordinariamente. È evidente - sottolineano - che ad un contributo straordinario deve corrispondere un piano industriale capace di rilanciare l’azione di Città della Scienza e ripristinare una gestione finanziaria e contabile che garantisca la continuità del polo scientifico e delle sue attività». Leggi l'articolo completo su
Il Mattino