Pompei, sfida al fotofinish: Osanna e Guidobaldi dal ministro Bonisoli

Pompei, sfida al fotofinish: Osanna e Guidobaldi dal ministro Bonisoli
Sfida a due per Pompei. Tra due archeologi: Massimo Osanna, il direttore uscente, prima in pole e poi in ricorsa, e Maria Paola Guidobaldi, con esperienza al vertice degli scavi...

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Sfida a due per Pompei. Tra due archeologi: Massimo Osanna, il direttore uscente, prima in pole e poi in ricorsa, e Maria Paola Guidobaldi, con esperienza al vertice degli scavi di Ercolano. La sfida, al di là delle indiscusse capacità tecniche di entrambi, sembra ruotare anche intorno a questo interrogativo che detta la linea M5s di lotta e di governo: rompere gli schemi, come nella scelta al vertice della Reggia di Caserta, dando un segnale di discontinuità, oppure riconoscere i risultati ottenuti sul campo, confermando il manager indicato, però, dal governo precedente? Oggi la decisione. Ieri, l'ultimo atto a Roma.


Venti minuti. Tanto è durato il colloquio bis tra il ministro per beni culturali, Alberto Bonisoli, e Osanna, uno dei finalisti indicato da una commissione di esperti al temine di una selezione internazionale senza sorprese. Il professore ordinario di Archeologia della Federico II è infatti l'artefice della messa sicurezza e della riapertura di aree chiuse dal terremoto dell'Ottanta.
 
Suo anche il restauro e l'inaugurazione di una trentina di case e i nuovi scavi condotti con tecnologie avanzate che hanno portato, tra le recenti scoperte, a individuare la domus con il giardino e un'iscrizione che fa rivedere la data dell'eruzione del Vesuvio. Risultati importanti. Ma, nel ballottaggio per l'incarico, Osanna compete con una donna estremamente preparata che l'ha spuntata tra gli altri 47 partecipanti al bando: Guidobaldi è «pompeianista» di fama nonché ex direttrice degli scavi di Ercolano e autrice di oltre 80 pubblicazioni anche per i tipi di Feltrinelli. Fuori, invece, Grazia Filetici, architetto dello stesso dicastero, il terzo nome nella rosa ieri non riconvocata a Roma.

Gestione nei prossimi anni e priorità, gli argomenti toccati ieri nei colloqui, decisivi per la scelta del manager che archivia di fatto la riforma Franceschini e anche l'era dei direttori stranieri. E la decisione, rinviata più volte, è ormai imminente dopo l'approfondimento di valutazione. A margine della presentazione dei primi risultati della commissione Mibac per il design, Bonisoli ne chiarisce il motivo: non basta leggere il curriculum dei candidati e, a volte, nemmeno la prima impressione. «Quando voglio capire di più, li incontro una seconda volta. È assolutamente normale, nulla di formale. Chi fa il mio mestiere ci mette la faccia e voglio sentirmi tranquillo. Voglio poter dire: piaccia o meno, questa scelta l'ho compiuta per queste ragioni. Tutto qua».

Intanto, Antonio Lampis, direttore generale Musei del Mibac e al vertice ad interim della Reggia di Caserta, rende noto il suo bilancio in cui sottolinea che il palazzo «dispone di un organico in buona parte scoperto, ridotto all'osso, pochi funzionari e molti meno custodi del necessario». Ed elenca alcune iniziative intraprese, tra cui l'approvazione del nuovo organigramma, il prezzo del biglietto d'ingresso uniformato ai più importanti musei nazionali (da 12 a 14 euro), l'approvazione del tariffario per le concessioni degli spazi, il regolamento per i contratti sotto i 40 mila euro, l'adeguamento degli ambienti in materia di sicurezza con l'acquisto di garitte per le postazioni di vigilanza nel parco, l'indicazione di 29 addetti e l'accordo con la prefettura per un presidio fisso. E poi, «la ripresa delle relazioni sindacali con la nomina di nuovi coordinatori alla vigilanza»; la traduzione del sito web in diverse lingue, anche in cinese e russo, la registrazione del logo e la segnaletica interna degli appartamenti reali.
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Il Mattino