La street art salva i giovani della periferia: mamme e immigrati coinvolti nel progetto

La street art salva i giovani della periferia: mamme e immigrati coinvolti nel progetto
Anche durante le feste natalizie continua l’impegno nel sociale. Nel Parco dei Murales è costante l’esperienza di rigenerazione sociale e riqualificazione...

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Anche durante le feste natalizie continua l’impegno nel sociale. Nel Parco dei Murales è costante l’esperienza di rigenerazione sociale e riqualificazione artistica, il progetto interamente ideato e realizzato da INWARD Osservatorio sulla Creatività Urbana. L’anno che sta per concludersi è stato particolarmente ricco di iniziative a favore di giovani e giovanissimi della periferia est della città.


Nei giorni scorsi sono stati proprio i bambini e ragazzi del parco Merola di Ponticelli ad aver distribuito le cartoline di auguri nelle cassette postali di ogni famiglia per condividere la gioia del Natale. Su ogni postcard c’è l’opera di street art “‘A Mamm’ ‘e Tutt’ ‘e Mamm’” realizzata da La Fille Bertha. Scelta non casuale: proprio nelle settimane in cui la sacra natività è celebrata, si vuole sottolineare l'importanza della famiglia e il miracolo della maternità con la figura della grande madre che protegge i suoi figli, un forte senso di calore e protezione tipicamente natalizi.

Per i residenti del Parco c’è ancora un’altra sorpresa. A ogni famiglia, infatti, sarà donato un puzzle che raffigura una delle due ultime opere curate da INWARD. La scelta di donare un gioco da tavolo tradizionale vuole essere uno stimolo a ricostruire non solo un'immagine ma il valore che le stesse opere di street art esprimono, rispettivamente maternità e solidarietà. Questa è l’ultima iniziativa che sarà realizzata all'interno del Parco dei Murales grazie al supporto del MiBACT e della SIAE, nell'ambito dell'iniziativa "Sillumina - Copia privata per i giovani, per la cultura".
 
«Sono stati mesi molto intensi durante i quali abbiamo lavorato a stretto contatto con la comunità giovanile del Parco Merola: dai bambini agli adolescenti fino alle giovani mamme. Le due grandi opere realizzate da La Fille Bertha (Alessandra Pulixi) e Hope (Daniele Nitti) sono il prodotto visivo di un lungo percorso che ha coinvolto otto volontari del Servizio Civile Nazionale, un tutor, due stagisti e quattro psicologi di Psicologi in Contatto Onlus» dichiara Salvatore Velotti, direttore Sviluppo INWARD. Sono proprio queste due opere di street art ad essere state riprodotte sui puzzle per i valori distintivi che comunicano, ovvero quelli emersi durante i laboratori creativi "Ripensare se stessi" svolti durante il periodo estivo. «Le giovani mamme, insieme con i figli, hanno iniziato a ripensare se stesse leggendo libri e recuperando spazi comuni. Ci auguriamo più di tutto, oltre la grandiosità delle opere di street art, che a essersi rigenerati siano stati anzitutto i legami» conclude Velotti.

Altre due opere saranno presto realizzate. L’obiettivo principale resta la partecipazione attiva degli adolescenti per la produzione di gadget o realizzazione di tour di street art. Attualmente Ponticelli è già riconosciuto come il primo quartiere dell’arte urbana a Napoli, tra i più interessanti casi di applicazione sociale della creatività. L'intento è quello di trasformarlo nel primo distretto dedicato proprio alla creatività urbana e all'arte partecipata.

«I processi di rigenerazione sono sempre molto intensi ed è possibile analizzarne gli effetti concreti solo nel lungo periodo. Eppure, già aver restituito un'identità, opere d'arte e passione alla comunità residente rappresenta una piccola base per sperare che in futuro vi saranno sempre meno difficoltà e maggiore propensione ad accogliere e a fare propria la forza della creatività urbana» sostengono gli attivisti di INWARD.

Il progetto ha potuto coinvolto oltre cinquanta beneficiari tra giovani, giovanissimi, mamme e immigrati. Questi ultimi sono stati i protagonisti di un social tour di street art realizzato in collaborazione di I.A.R.A (Integrazione e Accoglienza per Rifugiati e Richiedenti Asilo) insieme agli insegnanti del centro CLAOR - Università di Napoli L'Orientale e di L.E.S.S. Onlus.


La speranza riparte da qui, dai luoghi solitamente dimenticati da tutti. In periodo nel quale l'attenzione è sull'educazione e sulla formazione dei minori "a rischio", l'esperimento di Inward e dell'associazione culturale Arteteca è l'occasione per ricominciare coinvolgendo le giovani leve in un quartiere che sta ricostruendo la propria identità e che sta conoscendo diverse occasioni di riscatto. Leggi l'articolo completo su
Il Mattino