«Erano affamati di niente, degna espressione della società dei consumi, parliamo di persone che non sanno perché esistono». Senso di impotenza per quelle...
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Non è il primo colpo messo a segno nella zona. Dieci giorni fa, sono entrati in azione in una rosticceria, sempre in via Mezzocannone. Finito il grande afflusso di turisti dei mesi pre covid, la zona è finita in un pericoloso stato di isolamento. Specie nelle ore notturne, specie per alcune attività che non sono protette da sistemi di sorveglianza o da altre forme di ostacoli e dissuasori. Spiega Raimondo Di Maio: «Ho impiegato una vita a catalogare opere di immenso valore storico e culturale, se avessero portato via anche uno solo dei miei libri sarebbe stato un danno indelebile. Non hanno intuito anche il possibile ritorno economico dei libri che ho catalogato in questi anni, mi riferisco in particolare alla biblioteca Lillipuziana, che assegnò a Napoli un primato europeo, mi riferisco a testi che mezzo mondo mi invidia. Ora li ho messi al sicuro, resta la desolazione per il modo in cui hanno scaraventato tutto a terra in una sorta di centrifuga impazzita. Ora mi sento spossato anche da un punto di vista fisico, è come se avessi subito un'aggressione».
Un antico presidio nel cuore del quartiere universitario, un uomo ferito per la profanazione di venerdì notte (raccontata a mezzo social, come pubblicato ieri da Repubblica), mentre Dante & Descartes resta un faro proprio in questo periodo di rinascita post virus: «Mio figlio Giancarlo gestisce la libreria in piazza del Gesù, mentre sto per dare alle stampe un libro di Domenico Rea». Una bozza (fortunatamente già licenziata) è stata trovata a terra, assieme a foto e ricordi di una vita, usurpati da parte di chi è «affamato di niente e rincorre pochi spiccioli per poter comprare un paio di scarpe griffate». Leggi l'articolo completo su
Il Mattino