Nella querelle sulle griglie del metrò a piazza del Plebiscito interviene ancora una volta il ministero dei Beni culturali. Spetterà a Roma l’ultima parola sul...
OFFERTA SPECIALE
OFFERTA SPECIALE
OFFERTA SPECIALE
Tutto il sito - Mese
6,99€ 1 € al mese x 12 mesi
Poi solo 4,99€ invece di 6,99€/mese
oppure
1€ al mese per 3 mesi
Tutto il sito - Anno
79,99€ 9,99 € per 1 anno
Poi solo 49,99€ invece di 79,99€/anno
I TEMPI
I tempi dovrebbero essere brevi: 2-3 giorni per studiare i documenti, non appena saranno trasmessi dalla Sovrintendenza di Napoli. Non è escluso che, prima del verdetto, possa esserci anche un incontro a Roma aperto al Comune di Napoli. Una possibilità accolta anche dal direttore generale del Mibac, Gino Famiglietti, che sta seguendo con attenzione la pratica. Tutta la vicenda, insomma, potrebbe chiudersi nel giro di un paio di settimane. Non è ancora chiaro se, per motivi di tempo, la questione possa essere trattata direttamente anche dal ministro Alberto Bonisoli, che in questi giorni potrebbe essere trattenuto all’estero per impegni istituzionali. La prossima settimana sarà a Shangai. Intanto, anche le associazioni degli intellettuali lanciano l’appello al ministro. «Chiederemo di essere sentiti anche noi a Roma - spiega Francesco De Notaris, coordinatore delle Assise di Palazzo Marigliano - dal direttore generale, prima che sia assunta la decisione sulle griglie».
GLI SCENARI
Due le ipotesi, intanto, che potrebbero profilarsi all’esito dell’istruttoria. Il Mibac, una volta letti i documenti integrativi, potrebbe confermare l’autorizzazione già rilasciata a marzo dalla Sovrintendenza di Napoli, e sospesa in via cautelare il 22 ottobre scorso da Roma, proprio per procedere agli approfondimenti. In questo caso, i lavori potrebbero riprendere subito e concludersi nel giro di un anno, come da cronoprogramma, consentendo di rimanere nei tempi per la rendicontazione dei fondi all’Unione europea. Oppure la decisione potrebbe essere negativa. Cosa che bloccherebbe di fatto il cantiere, con tutto quello che ne deriverebbe per gli strascichi che gli effetti della decisione avrebbero sui tempi di realizzazione dell’opera. Le società concessionarie dovrebbero, infatti, presentare dei progetti alternativi. Il Mibac aveva suggerito nella nota di fine ottobre di verificare ulteriormente l’ipotesi di localizzare la camera di ventilazione con le griglie ad esempio in Largo Carolina, sulla sinistra della Prefettura, come prevedeva il progetto originario, poi scartato per motivi tecnici, economici, di sicurezza e di tempo. Oppure, altra ipotesi, prevedeva le griglie in piazza Trieste e Trento, anche in questo caso, però, con grossi impatti sul traffico. Sullo sfondo il rischio di contenziosi con le società per gli eventuali ritardi, visto che a marzo avevano già avuto tutti i pareri autorizzatori necessari per far partire il cantiere.
IL DOSSIER
«Costi esorbitanti, tempi e ingombri moltiplicati, impatto archeologico e rischi geologici che potrebbero interferire con le fondamenta dei palazzi di via Chiaia e le condotte fognarie», i motivi principali del dossier integrativo sulle griglie che renderebbero, secondo i tecnici, sconveniente realizzare le grate del metrò a Largo Carolina anziché in piazza del Plebiscito. Gli esperti hanno cercato di dimostrare in maniera inconfutabile, come richiesto dal ministero, che realizzare la camera di ventilazione della linea 6 a ridosso del colonnato è l’unica strada fattibile. Nel dossier di un centinaio di pagine, con relazioni tecniche, disegni, grafici e fotografie, si elencano tutti i motivi, a cominciare dai costi e dai tempi, che con Largo Carolina crescerebbero di 8 milioni e 2 anni in più, rispetto al Plebiscito.
Leggi l'articolo completo su
Il Mattino