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Sono stati giorni duri al liceo Vico, ma alla fine saranno ricordati come quelli rivoluzionari. Una settimana fa Andrea (nome di fantasia), ragazzo transgender della 3H, veniva scacciato dal bagno del genere in cui si identifica da un collaboratore scolastico che invece le riconosceva il genere di nascita. Andrea vive «un inaccettabile atto discriminatorio di natura transfobica» e al suo fianco si ritrova la classe che mercoledì, attraverso i social, condivide un post che diventa virale in cui si racconta la vicenda. Per gli studenti è l'occasione per intraprendere una battaglia per i diritti delle persone transgender, chiedono alla dirigente Clotilde Paisio sia un'adeguata formazione su transfobia e identità di genere per il personale scolastico che l'approvazione della Carriera Alias, uno strumento burocratico che offre la possibilità agli studenti in transizione la possibilità di adottare un alias diverso da quello anagrafico, già approvato nelle Università e in molti licei italiani tra cui il Genovesi. In pochi giorni, i ragazzi della 3H sono riusciti nel loro intento e Andrea ovviamente andrà nei bagni del genere in cui si identifica. La dirigente ha anche chiesto alle associazioni iKen e Arcigay Napoli di avviare un ciclo di attività rivolte a docenti, personale e studenti. E non a caso, la prima iniziativa sarà il 17 maggio, giornata internazionale contro l'omotransfobia, mentre il prossimo anno scolastico si realizzerà un percorso più strutturato.
«Dopo aver svolto dibattiti sulla tematica della transfobia e dell'identità di genere con i nostri docenti, i quali ci hanno sostenuto rispettando e comprendendo la nostra decisione e le nostre motivazioni, terminiamo lo sciopero».
Andrea ha da sempre al suo fianco la famiglia ed è sostenuto nella sua transizione dall'associazione iKen. «Senza alcun dubbio il clima che si respirava agli incontri al Vico era disteso, di totale disponibilità, ascolto e attenzione», spiega il presidente Carlo Cremona. «La preside Paisio ci è apparsa motivata ad ascoltare e accogliere proposte che fornissero agli studenti e al personale, mezzi e strumenti per rendere la scuola maggiormente inclusiva, e ha mostrato grande apprezzamento per la capacità della classe di fare gruppo a protezione dello studente transgender». La famiglia di Andrea, tramite Cremona, dichiara di «aver ricevuto dalla scuola e dalla preside Paisio accoglienza e disponibilità ad ascoltare le richieste e i bisogni del loro figlio, e di essere uscita dall'incontro certa che da questo episodio gli attori la scuola, i ragazzi, le famiglie potranno tutti insieme riceverne un beneficio in termini di consapevolezza e di benessere».
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