La battaglia, durissima, contro il tumore non ha mai spento la sua voglia di lottare per conquistare il riconoscimento di madre del bambino avuto con l'ex compagna Silvia...
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«Non essendo la madre biologica - spiega Catia - io ero per legge un'estranea. La mia paura quando mi sono ammalata era che, se mi fosse successo qualcosa, mio figlio non sarebbe stato neppure mio erede legittimo. Invece volevo prendermi cura di lui, anche nel peggiore dei casi». «Io e Catia - racconta al Corriere.it la Nespoli - ci siamo conosciute al lavoro. Tutte e due volevamo avere figli. Siamo dovute andare in Olanda perché la fecondazione eterologa è vietata alle donne lesbiche». Nel loro percorso hanno avuto il sostegno, anche economico, dei colleghi di lavoro. Il giorno in cui è nato il bambino Catia ha scoperto di avere un tumore al seno. È iniziato il ciclo di cure, il tumore sembrava scomparso. Catia e Silvia si sono nel frattempo separate «ma se abbiamo smesso di essere coppia, non abbiamo mai smesso di essere insieme genitori». Il cancro, purtroppo, è tornato ed è la battaglia da vincere. Quella per i riconoscimento di madre è stata portata a termine con successo. Leggi l'articolo completo su
Il Mattino