Manifestazione per la pace a Napoli, l'appello di Di Donna: «Non possiamo restare impotenti a contare i morti»

Manifestazione per la pace a Napoli, l'appello di Di Donna: «Non possiamo restare impotenti a contare i morti»
«Questa di oggi è una piazza di pace. La prima in Italia e ci auguriamo ne seguano altre in tutto il Paese perché bisogna muoversi: non possiamo restare...

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«Questa di oggi è una piazza di pace. La prima in Italia e ci auguriamo ne seguano altre in tutto il Paese perché bisogna muoversi: non possiamo restare impotenti a contare i morti senza fare niente». Con queste parole il vescovo di Acerra, monsignor Antonio Di Donna, presidente della Conferenza episcopale campana, è arrivato in piazza del Plebiscito a Napoli teatro della grande manifestazione promossa dal governatore della Regione Campania, Vincenzo De Luca, per chiedere il cessate il fuoco in Ucraina e l’avvio di una seria trattativa di pace internazionale. Circa 20mila i manifestanti che hanno gremito la piazza con i colori dell’arcobaleno che sventolano sulle tante bandiere della pace presenti. 

«Non è facile prendere posizione - precisa Di Donna, evidenziando le diatribe dei giorni scorsi  - lo dicono le polemiche che hanno accompagnato questa evento di stamattina. Ma, al di là delle posizioni, la guerra non è assolutamente la soluzione. Occorre che la diplomazia internazionale faccia uno sforzo ulteriore». Il vescovo ha poi ricordato l’appello fatto, già da mesi, da sua Santità: «Non lasciamo solo il Papa che è quasi l’unico, in questo contesto, a dire una parola chiara. Noi siamo con Papa Francesco e rivolgiamo il suo appello a tutte le parti in causa per chiedere il cessate il fuoco e si attivino i concordati di una equa e giusta per tutti quanti».

Il presidente della Conferenza episcopale campana ha successivamente ribadito l’importanza che tale messaggio parti proprio dal capoluogo campano: «Nel mio appello che farò alla piazza tirerò fuori anche la pietas napoletana. Quel sentimento di pietà che ha sempre caratterizzato il nostro popolo per il quale tutti i soldati, morti in guerra, sono figli di mamma. Tutti da entrambe le parti. Perciò vogliamo invocare il cessate il fuoco perché la pace giova a tutti». 

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Il Mattino