Napoli aspetta Mattarella per il bis: «Presidente, torni presto in città»

Napoli aspetta Mattarella per il bis: «Presidente, torni presto in città»
La Napoli di Sergio Mattarella aspetta con ansia il ritorno dell’ex, nonché nuovo, capo dello Stato. Dai protagonisti delle location presidenziali partenopee si...

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La Napoli di Sergio Mattarella aspetta con ansia il ritorno dell’ex, nonché nuovo, capo dello Stato. Dai protagonisti delle location presidenziali partenopee si solleva un coro unanime di soddisfazione per la rielezione. Il Mattino ha visitato ieri tutti i luoghi di Mattarella all’ombra del Vesuvio, tra cui Villa Rosebery, il Gambrinus, il Teatro San Carlo e il Suor Orsola. Negli ultimi due casi, la sua rielezione era stata, in qualche modo, «profeticamente» annunciata. 



Nello storico bar di piazza Trieste e Trento ieri si è tenuto un brindisi per la conferma di Mattarella, con tanto di manifesto-invito al Presidente affinché torni presto nelle sale del Gambrinus. Sarebbe la quarta visita. «Mattarella venne da noi appena dopo l’elezione, nel 2015 - ricorda Antonio Sergio, socio del bar - Siamo contenti di conoscerlo, come Presidente e come persona. Si è dimostrato sempre molto socievole al Gambrinus: quando venne solo, quando venne con la figlia e quando arrivò con il genero. È un uomo del Sud: chiese ad Arturo di fargli gli auguri per il suo mandato. Fu una scena molto carina, quasi oserei dire scaramantica. Lo invitiamo, dunque, per fargli gli auguri per il secondo mandato, visto che il primo settennato è andato benissimo. Auspicavamo la sua conferma, era la soluzione più giusta». Il Gambrinus è certamente una location “presidenziale” storica. Il primo gennaio del 2002, in queste sale, Ciampi spese i primi euro per un caffè. Oggi, nelle sale di piazza Trieste e Trento, i fratelli Sergio conservano la dedica e la foto lasciate loro da Mattarella nel 2015. Come ricorda il direttore Gennaro Ponziani, il Presidente al Gambrinus ha consumato anche un aperitivo e, in orario pomeridiano, tè e biscotti. 

Durò tanto, tantissimo, l’applauso che il più antico teatro lirico del mondo dedicò a Mattarella il 20 novembre dell’anno scorso, in occasione della prima dell’Otello di Verdi diretto da Martone, quando il capo dello Stato fu accolto da Manfredi e De Luca. Ben cinque minuti di ovazione, in cui gli spettatori, alzandosi dalle poltrone, intonarono l’Inno di Mameli in onore del Presidente della Repubblica. Si trattò di un momento lunghissimo, che sembrava non finire mai. Si credeva, infatti, che fosse quello l’ultimo saluto del San Carlo al capo dello Stato uscente. Ma non solo. Nelle mani che battevano c’era implicita, sussurrata ma forte, la speranza di una riconferma di Mattarella al Quirinale: «L’ultimo arrivo di Mattarella al San Carlo per l’Otello di Martone fu una grandissima emozione - ricorda Emmanuela Spedaliere, direttore generale del San Carlo - Ci fu un lunghissimo applauso, in cui il pubblico chiedeva a Mattarella di restare. È stato un momento profetico, in qualche modo. Il San Carlo è stato il primo teatro del giro di saluti realizzato dal capo dello Stato nei mesi scorsi. Lo aspettiamo con lo stesso calore di prima». 

Dolce ma arguto, Mattarella, riservato ma determinato, rispettoso ma carismatico anche nel suo rapporto con Napoli. Ecco perché la Napoli di Mattarella è impregnata del carattere dell’ex e allo stesso tempo prossimo capo dello Stato. A Villa Rosebery, residenza napoletana prima dei Savoia e poi del Quirinale, le bocche dei collaboratori partenopei del Presidente sono cucite per ragioni di sicurezza. Ma i sorrisi si vedono, eccome, sui volti dei residenti di Riva Fiorita. «Sono contento che il Presidente torni a Posillipo e lo invito anche in Villa, se vorrà onorarci - dice Renato Sergio Marangola, uno dei proprietari di Villa Volpicelli, la location di “Un Posto al Sole” adiacente a Villa Rosebery - Lo invitiamo a vivere anche più intensamente di prima questa zona: Mattarella è sempre stato molto dolce ma riservato anche a Posillipo».

A quasi due mesi esatti dalla sua presenza in una scuola di Ponticelli, il 20 novembre del 2015 Mattarella dedicò al Suor Orsola un’intera giornata (fu quella di corso Vittorio Emanuele una delle prime università italiane scelte dal capo dello Stato per l’inaugurazione dell’anno accademico). Una lunga visita all’interno della cittadella monastica di Suor Orsola e, in serata, la cerimonia di chiusura della quinta edizione della Scuola di Alti Studi Politici diretta da Lucio d’Alessandro e Ciriaco De Mita. In aula magna, il Presidente seguì con grande attenzione la lectio doctoralis del presidente emerito della Corte Costituzionale, Francesco Paolo Casavola, intitolata “Il Concetto di Democrazia rappresentativa analizzato dalle sue radici costituenti all’attuale momento di crisi”. Il tema dell’intervento, profeticamente, è stato fra i nodi che lo hanno “costretto” oggi al bis al Quirinale. Napoli, insomma, è stata una sibilla per Mattarella. 

«La sobrietà, l’attenzione ai giovani e la cultura delle regole che emersero nel discorso di Mattarella al Suor Orsola, e nel profilo che allora ne tracciò De Mita, sono le stesse qualità che hanno caratterizzato il suo primo settennato da presidente della Repubblica - commenta il rettore Lucio d’Alessandro - Quello sguardo intenso, per nulla freddo e molto comunicativo del senso del dovere con cui lo avevamo conosciuto allora e lo abbiamo sempre visto in questi ultimi 7 anni è lo stesso che abbiamo ritrovato nel suo breve ma significativo discorso dopo la nuova elezione. Una scelta, quella di restare a disposizione delle istituzioni, che mi ha ricordato la lezione ciceroniana di cultura stoica, in cui l’interesse pubblico deve sempre prevalere su quello personale».

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Il Mattino