Viminale, la mossa di Piantedosi contro clan e abusi: «Basta occupazioni delle case»

Avellinese di nascita ma napoletano di adozione, Piantedosi conosce già bene le priorità

Il ministro dell’Interno Matteo Piantedosi alla Camera
Il dossier Napoli sul tavolo del ministro dell'Interno. Dopo Roma, dove ha presieduto la prima riunione per la sicurezza nazionale, e dopo essersi recato a Milano per il...

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Il dossier Napoli sul tavolo del ministro dell'Interno. Dopo Roma, dove ha presieduto la prima riunione per la sicurezza nazionale, e dopo essersi recato a Milano per il comitato per l'ordine pubblico, Matteo Piantedosi arriva stamattina nel capoluogo campano. Appuntamento alle 10,30 in Prefettura, dove ad accoglierlo sarà il prefetto Claudio Palomba e dove presiederà un importante comitato, alla presenza dei vertici istituzionali, della magistratura e delle forze dell'ordine.

Al tavolo si discuterà della situazione della sicurezza nell'area metropolitana. Al termine il ministro terrà un incontro con la stampa.

Avellinese di nascita ma napoletano di adozione, Piantedosi conosce già bene le priorità, le problematiche scottanti e i nodi che avvolgono in un quadro chiaroscuro Napoli e il suo hinterland. Napoli diventa una tappa importante e delicata nel suo avvio di un'esperienza che lo ha visto passare da prefetto di Roma a numero uno del Viminale: e questo prezioso bagaglio gli consentirà di avere un approccio diretto e pragmatico alle questioni sul tappeto.

Parlare di sicurezza a Napoli significa affrontare qualcosa di molto simile a un percorso di guerra. Criminalità comune, camorra, devianza giovanile, evasione scolastica, emergenza lavoro. La Questione Meridionale abita ancora a Napoli. 

Partiamo dalle novità. Piantedosi annuncerà l'arrivo di nuove unità di pubblica sicurezza: entro dicembre 38 nuove unità, non è certo un gran numero ma il governo dovrebbe - entro il nuovo anno - dislocare altri uomini e mezzi sul capoluogo campano.

Poi c'è il capitolo legato alla videosorveglianza. In un mondo sempre più globalizzato e attento alle nuove tecnologie, la sicurezza non fa certo eccezione, ed anzi è un dato di fatto che oggi nel mondo tutte le indagini, anche quelle più delicate, riescono a fare significativi passi avanti grazie alle strumentazioni informatiche.

Purtroppo Napoli e la sua provincia su questo piano scontano ritardi e debacle che hanno consentito ai clan e alla microcriminalità di affondare i loro artigli sul tessuto sociale ed economico locale. Verranno blindati gli appalti. C'è da recuperare. Solo dieci giorni fa lo stesso comitato per l'ordine pubblico presieduto dal prefetto Palomba ha sciolto la riserva, dando il via libera ai progetti presentati dal Comune di Napoli e da altri 35 enti locali dell'area metropolitana - tra questi, anche alcuni sciolti per infiltrazioni mafiose ed altri interessati da fenomeni di delinquenza, anche minorile - che prevedono la realizzazione di impianti di videosorveglianza volti ad implementare la sicurezza urbana ed il controllo del territorio. 

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Un passaggio importante, che schiude le porte alla realizzazione di una più efficace e potente rete di videosorveglianza. I progetti, ritenuti coerenti con le finalità dell'iniziativa, sono già stati inoltrati al ministero dell'Interno per l'ammissione al finanziamento con le risorse reperite nell'ambito del Programma operativo complementare «Legalità» 2014 - 2020 (Poc «Legalità»).

Se i tempi verranno rispettati, a breve l'intera area metropolitana potrebbe dotarsi si nuovi impianti. In particolare, il progetto elaborato dal Comune del capoluogo campano consiste nella realizzazione di un impianto di videosorveglianza per il controllo di undici aree urbane dislocate nei quartieri di Pianura e Ponticelli. Un progetto che consentirà di integrare l'attuale sistema dei dispositivi tecnologici, fornendo un importante supporto per le attività di prevenzione e contrasto dei reati. 

Ma sul tavolo ci sono ancora altre emergenze. Quella giovanile, con tutti gli aspetti legati alla evasione scolastica. Napoli e provincia sono a livello nazionale tra le aree a più alta descolarizzazione. Serve una nuova strategia anche contro la dispersione scolastica, e anche di questo si parlerà oggi in Prefettura.

Ed ancora: baby gang, movida sempre più selvaggia, scippi, furti e rapine che stanno minando la percezione della sicurezza nei napoletani, tutti elementi che fanno da corollario a questo cahiér de doleance; e se a tutto ciò si aggiunge l'emergenza legata al porto di armi bianche e da fuoco, allora il quadro è completo.

Poi ci sono i temi legati al recupero della legalità, che passa anche attraverso il recupero dei luoghi. Emblematiche restano le vicende della Galleria Umberto I e delle case occupate dalla camorra a Pizzofalcone, per le quali grazie all'incessante impegno del prefetto Palomba una soluzione sembra più vicina. Dopo l'accordo sugli investimenti pubblici e privati per la Galleria e gli sfratti degli occupanti abusivi delle case di via Egiziaca barlumi di luce illuminano quello che era un panorama di degrado, abusi ed illegalità. 

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Il Mattino