Alla stazione centrale di Napoli ci sono una cabina per le fototessere, una macchinetta che realizza in cinque minuti targhette metalliche per i cani e il presepe con il...
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L’uomo, 42 anni e una lunga malattia genetica alle spalle, stava aspettando un amico al binario 14. Non erano ancora le nove di sera quando si è accasciato al suolo e ha iniziato a vomitare sangue. Chi era lì ha subito chiesto aiuto agli uomini della Polfer e della vigilanza, ma soprattutto ha telefonato al 118. La prima chiamata al centralino è arrivata alla 21.02, ma l’autoambulanza si è palesata in stazione soltanto alle 21.32. Trenta minuti dopo, undici in più secondo le regole stabilite dall’Agenas, e quando il quarantenne era già morto.
Soltanto l’autopsia legale disposta dal pm Stefania Buda del Tribunale di Napoli stabilirà con precisione le cause e la dinamica della morte di D’Aiello. Le prime ipotesi che girano parlano di un’emorragia diffusa, che - per chi soffre di questo tipo di malattie genetiche - può capitare facilmente anche per un urto. Di solito soltanto degli interventi rapidi da parte dei sanitari, con una manovra d’emergenza inserendo un palloncino nello stomaco per comprimere i vasi, può salvare la vita.
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Il Mattino