Napoli, la grande paura degli albergatori: «Dall’estero zero richieste»

Napoli, la grande paura degli albergatori: «Dall’estero zero richieste»
Appesi ai big data dei motori di ricerca web internazionali per capire quanto il “prodotto” Napoli sia ancora sul mercato del turismo dopo lo tsunami del virus. I...

OFFERTA SPECIALE

2 ANNI
99,98€
40€
Per 2 anni
SCEGLI ORA
OFFERTA FLASH
ANNUALE
49,99€
19€
Per 1 anno
SCEGLI ORA
 
MENSILE
4,99€
1€ AL MESE
Per 3 mesi
SCEGLI ORA

OFFERTA SPECIALE

OFFERTA SPECIALE
MENSILE
4,99€
1€ AL MESE
Per 3 mesi
SCEGLI ORA
 
ANNUALE
49,99€
11,99€
Per 1 anno
SCEGLI ORA
2 ANNI
99,98€
29€
Per 2 anni
SCEGLI ORA
OFFERTA SPECIALE

Tutto il sito - Mese

6,99€ 1 € al mese x 12 mesi

Poi solo 4,99€ invece di 6,99€/mese

oppure
1€ al mese per 3 mesi

Tutto il sito - Anno

79,99€ 9,99 € per 1 anno

Poi solo 49,99€ invece di 79,99€/anno
Appesi ai big data dei motori di ricerca web internazionali per capire quanto il “prodotto” Napoli sia ancora sul mercato del turismo dopo lo tsunami del virus. I flussi online o le visite ai siti delle strutture saranno uno degli arbitri dell’estate 2020 per gli albergatori, e il “Google Trend” della parola «Napoli» associata ai termini «vacanza», «weekend» o «holiday» sarà uno degli strumenti utili a stabilire le riaperture.  Per adesso, secondo i numeri di Federalberghi Napoli, a riaprire e ospitare clienti sono infatti solo 15 hotel su 150. Tutto ancora chiuso anche sul Lungomare. Quel 10% di hotel riaperti «naviga a vista», spiega ancora Federalberghi, in attesa di valutare la mole del flusso del turismo internazionale, visto che «negli ultimi anni il 50% dei vacanzieri estivi a Napoli è stato “straniero”». 


LEGGI ANCHE Fase 2, De Luca lancia «Campania sicura»

Nessun provvedimento ha imposto la chiusura degli alberghi. Ma sarà un’estate particolare e complessa, in cui non si esclude la predilezione per affitti lunghi e riutilizzo massiccio delle seconde case, in stile anni ’90. Elementi che incideranno, probabilmente, anche sul settore extralberghiero riattivato ufficialmente dal 18. I vacanzieri italiani saranno di più.  «Soffriamo più di altri la ripartenza – spiega il presidente di Federalberghi Napoli Antonio Izzo – Bisogna superare la difficoltà psicologica dei cittadini nel rimettersi in viaggio. Le prenotazioni sono ancora ridottissime: servono certezze sugli interventi di sostegno specifici per il settore, sulla gestione dell’accoglienza e norme chiare per garantire la sicurezza di ospiti e personale, essenziali per comprendere fin dove arrivano le responsabilità dell’impresa. Sarà fondamentale adottare strategie promozionali su impulso privato e istituzionale, come emerso dall’incontro in Regione dei giorni scorsi. Sarà interessante consultare i big data: comprendere quanto il termine “turismo” stia tornando sui motori di ricerca in riferimento a Napoli. Queste indicazioni sui trend, se ben analizzate, danno informazioni importanti per la ripresa». Sono aperti «15 alberghi su 150 nostri iscritti – dice ancora Federalberghi Napoli – e in 14 giorni si prevede che il numero raddoppi», in particolare per le piccole e medie strutture che possono attivarsi con prenotazioni meno fitte e risentono meno del crollo di wedding e meeting. A riaprire più in là, tra giugno e settembre, saranno molti grandi hotel, oggi presidiati e sanificati ma senza servizio di accettazione. L’Hilton, che ha inaugurato a marzo la nuova gestione, sta lavorando.  Le agenzie e le aziende di marketing degli alberghi sono pronte a utilizzare strumenti informatici per elaborare strategie. 
 

Ogni struttura ha un suo sito e «vede» numero di accessi giornaliero: dati preziosi per la ripartenza, associati a quelli di Expedia, Booking o Airbnb. «Finché non riapre la Campania – spiega Salvatore Russo dell’Hotel Colombo in via Nolana – la clientela sarà quasi zero, soprattutto internazionale. Non abbiamo mai chiuso, in questi mesi abbiamo ospitato operatori sanitari e aziende. Ora punteremo sul turismo nazionale: le vacanze del 2020 stanno tornando a 20 anni fa. Almeno giugno, nel migliore dei casi, sarà fatto solo di “italiani”». «Siamo vuoti da marzo – racconta Pietro Fusella dell’Hotel Chiaja De Charme – Cerco di essere positivo: ho usato questo periodo per manutenzioni straordinarie e implementare il check-in online, che permetterà agli ospiti di fare tutto in autonomia senza stazionare in reception. Fino a ieri ho ricevuto nuove cancellazioni. I dati delle ricerche sul web ci servono, ma Governo e Regione le trasformino in indicazioni chiare per creare strumenti di marketing. Il mio sito ha il 90% in meno di visite rispetto al 2019, spero risalga. Su questo è cruciale che la promozione istituzionale intercetti il mercato». Leggi l'articolo completo su
Il Mattino