Napoli, donna morta al Pellegrini: è giallo sull'ecografia

Napoli, donna morta al Pellegrini: è giallo sull'ecografia
Di cosa è morta Anna Siena? Poteva salvarsi una donna di 36 anni giunta per due volte al pronto soccorso dell'ospedale dei Pellegrini? Perché non le sono stati...

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Di cosa è morta Anna Siena? Poteva salvarsi una donna di 36 anni giunta per due volte al pronto soccorso dell'ospedale dei Pellegrini? Perché non le sono stati praticati esami diagnostici come l'ecografia che è prassi nella pratica clinica della Medicina d'urgenza? «Anna aveva una salute di ferro - dice Rosaria, sua mamma, con la voce rotta dal dolore - l'ho accompagnata personalmente in ospedale. L'hanno visitata e poi dimessa prescrivendole antidolorifici. Si pensava a una sciatalgia. A casa non ha voluto mangiare nulla. Sono passati alcuni giorni con gli stessi dolori. Venerdì mattina ci ha svegliati. Mio marito - racconta ancora la donna - è accorso. Mia figlia diceva di avere caldo, smaniava, aveva l'addome gonfio. Siamo corsi di nuovo in ospedale. È stato inutile. È andata subito in rianimazione. Dopo un'ora è morta. Mia figlia doveva essere salvata».

 
Perché quelle dimissioni così frettolose dopo il primo accesso in ospedale? C'è stata una sottovalutazione del caso rispetto ad una sintomatologia più o meno chiara? Da quali patologie era affetta Anna? Ancora dubbi, domande che scavano interrogativi nel dolore. Tra le ipotesi formulate per una morte così rapida c'è quella di un'embolia per un problema vascolare. Oppure un aneurisma dell'aorta addominale che dilatandosi premeva sui nervi periferici e che poi si è rotto. Anna aveva 20 su 40 di pressione al secondo accesso in ospedale. Segno, forse, di un'emorragia. Potrebbe essere stata anche una gravidanza extrauterina non riconosciuta la causa della sua morte. Su questo farà luce l'inchiesta della magistratura avviata dalla denuncia dei familiari. L'altro ieri, dopo il decesso, è intervenuto il sequestro della salma e della cartella clinica, ieri i primi interrogatori dei medici. Anche la direttrice sanitaria del presidio della Pignasecca, Mariella Corvino, ha avviato un'indagine interna per fare luce sulla tragedia. «Voglio esprimere il mio cordoglio per questa perdita così dolorosa - avverte - aspettiamo il risultato dell'autopsia. Ho chiesto una relazione ai medici e disposto un'indagine interna per capire se le procedure seguite siano quelle previste».

Ieri pomeriggio, intanto, i genitori di Anna Siena hanno affidato agli avvocati Angelo e Sergio Pisani l'incarico per la tutela legale. Questi hanno subito nominato un perito. «Siamo certi che l'autopsia potrà indicare con chiarezza le cause della inspiegabile tragedia - dice Angelo Pisani - è assurdo che nel 2019 un paziente esca da un pronto soccorso per dolori lancinanti a stomaco e schiena senza essere sottoposto ai controlli del caso. Sappiamo che una semplice radiografia può salvare la vita. Speriamo che oltre alla magistratura anche il ministro invii un'ispezione. La sanità campana ha gravi carenze organizzative che possono aumentare la frequenza degli errori e che rendono insicure molte strutture. C'è bisogno di interventi concreti e non più di passerelle politiche. È assurdo morire per risparmiare su un esame diagnostico o per dimettere più in fretta. Barelle e sedie nei pronto soccorso sono costanti e riducono la possibilità per i medici di assistere nelle migliori condizioni i pazienti. In 4 giorni questa ragazza poteva essere salvata. Ora nulla potrà restituirla ai familiari e al suo promesso sposo».


Al Vecchio Pellegrini medici e operatori hanno lo sguardo basso. Animi gonfi di dispiacere ma anche di preoccupazione per l'ennesimo colpo alla credibilità professionale dei camici bianchi. «Se anche di errore si fosse trattato - avverte un medico del presidio - quanto le carenze di personale e le lacune organizzative, più volte segnalate dai sindacati della dirigenza medica, possono avere inciso sulla sicurezza delle nostre routine? Qui siamo tutti sotto pressione, stress e lucidità operativa sono inficiati da carichi di lavoro pesantissimi. E nessuno ci ascolta». Leggi l'articolo completo su
Il Mattino