Napoli, l'ascensore è guasto: in auto l'ufficio di tre impiegati disabili

Napoli, l'ascensore è guasto: in auto l'ufficio di tre impiegati disabili
Le mamme di disabili sono delle guerriere. Si arrovellano nelle lotte quotidiane sommerse dalle scartoffie imposte dalla burocrazia. È quanto sta accadendo a Ida e ai suoi...

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Le mamme di disabili sono delle guerriere. Si arrovellano nelle lotte quotidiane sommerse dalle scartoffie imposte dalla burocrazia. È quanto sta accadendo a Ida e ai suoi gemelli Antimo e Mattia, disabili di 14 anni che vivono a San Pietro a Patierno. Dal mese di giugno non possono più recarsi al Servizio sociale territoriale perché l'ascensore che porta agli uffici del secondo piano non è utilizzabile. Il motivo? «La Municipalità 7 non ha rinnovato il contratto di manutenzione degli ascensori, per cui noi utenti non possiamo accedere agli uffici» spiega mamma Ida, che da oltre tre mesi sta avendo i colloqui periodici con l'assistente sociale che segue i suoi figli «per strada o nel cortile degli spazi comunali perché è impensabile salire con due carrozzine per le scale strette del fabbricato».

 
Oltre agli utenti, ci sono tre dipendenti comunali invalidi che non possono salire le scale e accedere alle loro stanze. «Sono seduti nelle ore di lavoro nelle loro automobili o fermi nell'androne. Fanno pure merenda e pausa caffè sempre lì».

Mamma Ida ha tenuto duro sperando che dopo la pausa estiva si muovesse qualcosa «invece niente, nonostante so per certo che dal Servizio sociale territoriale abbiano sollecitato gli uffici preposti» ammette. «La dignità dei miei figli, così come quella di tanti altri disabili, è lesa. Non è possibile essere costretti a fare i colloqui per strada perché qualcuno in Municipalità ha dimenticato di rinnovare un contratto di manutenzione, perché devo pensare solo a una dimenticanza non essendoci stata data nessuna risposta». Antimo e Mattia sono assai affranti da questa vicenda, spiega la mamma, si sentono penalizzati e il peso della disabilità diventa un macigno ancora più pesante. «Chi vive in periferia è cittadino di serie B, se poi sei disabile, non sei considerato. L'assistente sociale che li segue da tempo ci è sempre accanto e ci aiuta per ogni richiesta, ma stavolta di fronte all'ascensore fermo non ha potuto fare altro che scendere e incontrarci nel cortile. Ma ora sono stanca, per questo ho deciso di raccontare l'umiliazione che i miei figli e decine di altri disabili a San Pietro a Patierno stanno vivendo. È ignobile, incivile, vergognoso quanto gli stanno facendo».


Oltre a ciò c'è il caso dei tre dipendenti invalidi e di età pensionabile che le scale non riescono a farle per motivi fisici. Nel loro ufficio non entrano da oltre tre mesi e trascorrono l'intera giornata in automobile, non potendo ottemperare al proprio lavoro. «Non è un bel vedere» continua Ida. «Anzi è uno schiaffo in faccia: vai là per cercare un aiuto e ne trovi un altro insormontabile. Mi chiedo quanto lavoro in meno stiano facendo visto che sono sempre lì». I dipendenti infatti concentrano le loro ore di lavoro esclusivamente al piano terra. Nel piazzale davanti all'ingresso parcheggiano l'auto e a turno si siedono, prendono il caffè, mangiano un panino nella pausa pranzo, o al massimo nell'atrio dell'edificio dove c'è l'ascensore inutilizzabile. Una situazione paradossale. Dall'assessorato alle Politiche sociali fanno sapere che «pur non avendo competenza sul rinnovo dei contratti di manutenzione, chiederemo informazioni affinché la questione venga risolta in tempi celeri». La competenza della manutenzione, dei rinnovi dei contratti dell'apparato tecnico e tecnologico è infatti del Servizio Patrimonio su sollecitazione della Municipalità, che però non ha ricevuto nessuna comunicazione dal parlamentino. Leggi l'articolo completo su
Il Mattino