Napoli, B&B nel mirino dei clan: «Boom vendite al ribasso, scoperti 88 prestanome»

Napoli, B&B nel mirino dei clan: «Boom vendite al ribasso, scoperti 88 prestanome»
Non sono passati inosservati. E non sono passate inosservate le loro attività, tra movimentazioni, investimenti, operazioni di compravendita: un intero volume di affari...

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Non sono passati inosservati. E non sono passate inosservate le loro attività, tra movimentazioni, investimenti, operazioni di compravendita: un intero volume di affari è finito al centro delle verifiche della guardia di Finanza, che punta a fare chiarezza su quanto accaduto sul nostro territorio nel corso dell'ultimo anno e mezzo, nel pieno dell'emergenza sanitaria e della crisi economica che ne è derivata.

Guardia di Finanza in campo, mercato immobiliare nel mirino degli inquirenti, arrivano le conferme di quanto ipotizzato sin dai primissimi giorni del lockdown, quelli della primavera del 2020. Sono state evidenziate le mosse di 88 imprenditori, segnalati per i loro possibili contatti con la camorra: soggetti in odore di clan, che avrebbero gestito attività immobiliari su cui è logico pensare che ci siano verifiche di natura investigativa. Ottantotto soggetti che vengono considerati come possibili «infiltrati» della camorra nel settore - quello del mercato immobiliare - che ha subìto un colpo durissimo dalla paralisi di tutte le attività economiche nell'area metropolitana napoletana.

Inchieste che riguardano casi di compravendita di immobili, che - a ben vedere - sono per il momento focalizzate ad acquisire la gestione dei bed and breakfast. Ecco, i b&b prima di tutto. Conviene soffermarsi su uno dei motori dell'economia napoletana dell'ultimo decennio, quello dell'accoglienza turistica da parte di affittacamere e piccoli imprenditori. E lo facciamo a partire da quanto sottolineato venerdì scorso, durante il convegno sulla città e la camorra, tenuto nell'aula magna dell'Università di Napoli dai vertici investigativi cittadini al cospetto del mondo accademico.

È stato il colonnello della Finanza Domenico Napolitano, comandante del nucleo di polizia economico e finanziaria, a sottolineare un punto decisivo nella storia delle infiltrazioni criminali nel mercato immobiliare. In sintesi, il comandante ha fatto esplicito riferimento «dinamiche ribassive a proposito dei bed and breakfast», svelando uno scenario per molti versi inedito. Parliamo di svendite di immobili (in gran parte b&b), su cui c'è la mano della camorra. E su cui c'è il rischio di operazioni finalizzate a ripulire i proventi di attività illecite, tra cui droga, falso e racket. Ma torniamo a marzo del 2020, allo scenario di paralisi e alle conseguenze economiche non ancora superate. Ricordate lo stop al turismo? Erano in tanti i napoletani ad avere investito nel settore turistico, trovandosi dal giorno alla notte di fronte all'impossibilità di recuperare capitali e alla necessità di onorare debiti contratti con le banche. In tanti hanno mollato. E hanno svenduto, rendendo drammaticamente reale il rischio di infiltrazione criminale che era stato ipotizzato da organi di stampa, inquirenti e osservatori. E restiamo al dato numerico. Ottantotto nomi di soggetti identificati dai militari del nucleo di polizia economica e finanziaria possono sembrare pochi (rispetto a un mercato rappresentato potenzialmente da centinaia di imprenditori), ma non sarebbe giusto minimizzare il fenomeno.

Agli atti movimentazioni e dinamiche, investimenti e strategie imprenditoriali da parte di potenziali prestanome della camorra, capaci di approfittare delle condizioni di indigenza provocata dalla pandemia. Un fenomeno segnalato dal Mattino appena qualche mese fa, anche alla luce del boom di vendite che ha riguardato negozi, attività economiche (per lo più impegnate nella ristorazione), immobili in senso lato. Troppe persone costrette a vendere, con «dinamiche ribassive», che oggi vengono segnalate da parte degli inquirenti. Case e piccole strutture ricettive messe sul mercato anche alla metà dei prezzi di acquisto, trattative che si sono concluse in alcuni casi addirittura con sconti di duecentomila euro. Un fenomeno che - vale la pena ribadirlo -, ha riguardato soprattutto il settore della ricezione alberghiera e della ristorazione. Ma dove hanno agito i soggetti finiti nel mirino della guardia di Finanza? E quali sono state le loro mosse? Centro storico, per quanto riguarda i b&b (ma qualcosa di anomalo è stato segnalato anche nelle isole), in uno scenario destinato a crescere in modo esponenziale. Proviamo a ragionare, alla luce delle verifiche in corso in questi mesi.

Chi sono i soggetti attenzionati dagli uomini della Finanza? Si tratta di soggetti che hanno precedenti per fatti di camorra o sono tuttora sotto indagini per vicende investigative non ancora concluse, sempre e comunque a proposito di possibili contatti con il sistema dei clan cittadini. Per chi lavorano? Quanto hanno investito? E qual è l'origine dei loro capitali? Si scava nella trama delle loro relazioni, si punta a ricostruire il tracciato economico delle singole operazioni. Riciclaggio, intestazione fittizia sono le ipotesi battute dagli inquirenti in questo periodo. C'è rischio che un segmento importante della nostra economia venga inquinato in modo irreversibile dai prestanome dei clan. Basta fare riferimento ai prezzi degli affitti e delle materie prime che vengono tenuti grazie a chi ha la forza di investire soldi cash, senza dover giustificare la provenienza del denaro.

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Il Mattino