Napoli, biglietti clonati per lo stadio Maradona: mazzette agli steward per evitare controlli

I tagliandi venivano contraffatti e rivenduti anche online a cifre altissime

Napoli, indagati anche gli steward
Il calcio è un grande business, e quest'anno lo slancio e i successi del Napoli hanno più che mai attratto i soliti noti, dediti alla contraffazione e al mercato...

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Il calcio è un grande business, e quest'anno lo slancio e i successi del Napoli hanno più che mai attratto i soliti noti, dediti alla contraffazione e al mercato nero dei biglietti per le partite di serie A e di Champions. È su questo sfondo che si articola l'inchiesta della Procura della Repubblica di Napoli  che ha individuato una vera e propria organizzazione specializzata nella contraffazione e nel bagarinaggio dei tagliandi che danno diritto all'accesso allo stadio Maradona.

Un meccanismo delinquenziale che funzionava alla perfezione, prevedendo la complicità di numerosi soggetti: oltre a chi manipolava informaticamente i dati personali stampigliati sui biglietti, sostituendoli con i nomi dei clienti che li acquistavano in un secondo momento, la Guardia di Finanza partenopea ha scoperto che l'associazione si avvaleva della complicità di diverse ricevitorie di Napoli e provincia che anticipavano il «tutto esaurito» accaparrandosi i biglietti per le partite del Napoli, e poi li vendevano, anche via social, a prezzi maggiorati - talvolta anche al doppio - modificando le generalità degli intestatari dei titoli in modo da farle coincidere con i documenti dei tifosi che si presentavano ai varchi di accesso allo stadio. Indagini del Nucleo di polizia economico-finanziaria delle fiamme gialle del comando provinciale guidato dal generale Paolo Borrelli.

Coinvolti anche alcuni addetti ai controlli allo stadio - i cosiddetti steward - che, in cambio di mazzette, avrebbero agevolato l'ingresso dei detentori dei biglietti alterati. Secondo gli inquirenti esisterebbe quindi un'associazione per delinquere finalizzata alla commissione di plurimi reati contro la fede pubblica e contro il patrimonio.

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Il Mattino