Napoli, il business delle ambulanze: «All'ospedale Loreto Mare lo gestiscono anche i vigilantes»

Napoli, il business delle ambulanze: «All'ospedale Loreto Mare lo gestiscono anche i vigilantes»
Dopo aver denunciato nei mesi scorsi un sistema di collusione tra infermieri, singoli operatori sociosanitari, addetti alle pulizie e in alcuni casi anche medici - che avrebbero...

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Dopo aver denunciato nei mesi scorsi un sistema di collusione tra infermieri, singoli operatori sociosanitari, addetti alle pulizie e in alcuni casi anche medici - che avrebbero favorito in un modo o nell'altro un'unica ditta di trasporto infermi in ospedale - Adolfo Tovecci, imprenditore dell'azienda di ambulanze private Sanitax, ora punta il dito contro alcune guardie particolari giurate che, a suo dire, in molti ospedali di Napoli, favorirebbero anch'essi la presenza di operatori dell'unica ditta concorrente già oggetto, nel marzo scorso, di una dettagliata denuncia da parte dell'imprenditore, a seguito delle gravi minacce subite da un suo familiare che lavorava presso l'ospedale dei Pellegrini. Fatti su cui indaga la Procura di Napoli e la Direzione distrettuale antimafia.

 
La voce di Tovecci in questi giorni è tornata a farsi sentire tramite alcuni post, dal contenuto esplicito, pubblicati su Facebook. Prima il 17 agosto - quando Tovecci accusa gli uomini in divisa che prestano servizio al Loreto Mare di non controllare le ambulanze private (sempre della stessa ditta) che continuano ad operare fuori dalle regole stabilite. «A me non è consentito nemmeno entrare in ospedale per andare dal mio medico di fiducia - avverte l'imprenditore - e devo, come altri, attenermi alle ferree regole stabilite dal manager della Asl per quanto riguarda l'attività del trasporto infermi. Attività ricorda Tovecci - che non può giovarsi di contatti diretti con i pazienti, né indiretti tramite la pubblicità affissa nei luoghi di cura, ma tantomeno tramite la intermediazione degli operatori sanitari o delle guardie giurate. E invece queste stesse regole non sono state fatte valere per gli operatori della ditta concorrente, che ho già denunciato. Ora però assistiamo anche a indicazioni e consigli, se non chiamate dirette, da parte di chi sarebbe incaricato unicamente di difendere e tutelare i beni mobili e immobili dell'ospedale e magari farle rispettare per tutti quelle regole. Ho le prove di quanto sostengo e in settimana andrò nuovamente in Procura a denunciare».

La battaglia di Tovecci contro la concorrenza sleale di una ditta che sembra avere vita facile in molti ospedali di Napoli, e che agirebbe addirittura con il favore di operatori sanitari, è stata condivisa con articoli e interviste sul Mattino anche da Guido Bourelly, titolare dell'omonima azienda che gestisce ambulanze per il trasporto infermi. Ora Tovecci rilancia puntando il dito contro gli uomini in divisa dei servizi di sicurezza, che non solo chiuderebbero un occhio quando c'è da entrare in ospedale per rilasciare bigliettini e piccola pubblicità, ma si farebbero, in alcuni casi, anche parte attiva per procacciare i clienti. Il servizio trasporto infermi, se svolto secondo norme e regole del mercato e in base a precise autorizzazioni all'attività e all'esercizio dell'attività sanitaria, è del tutto lecito. Ma in questo caso l'accusa è che vi siano tornaconti e piccole regalie, fosse anche la colomba e il panettone a Pasqua e Natale, quando non altri riconoscimenti anche in denaro. Tanto per stabilire un rapporto privilegiato che esula da attività e compiti istituzionali.


«Così - conclude Tovecci - il servizio finisce per costare centinaia di euro anziché 30 o 40 euro secondo le tariffe che noi applichiamo. Ho sempre denunciato. In passato sono stato anche pesantemente minacciato. A me dice ancora Tovecci nella zona ospedaliera non consentono nemmeno di avvicinarmi. Una volta sono stato scortato da alcuni uomini in scooter con le pistole in pugno. Per me questi metodi hanno un unico nome, camorra, e tutti dovrebbero aiutare a combatterli. E invece vedo con i miei occhi quello che mai dovrebbe avvenire in una struttura sanitaria. Qualche guardia giurata è già stata spostata da un ospedale all'altro dalle direzioni sanitarie che hanno avuto contezza di tali fatti». «Allo stato replica Giuseppe Alviti, guardia giurata e presidente dell'associazione nazionale di categoria ci sono denunce. Sono portato a pensare che gli uomini in divisa che svolgono un lavoro di prima linea siano estranei a tali fatti. Ho piena fiducia nell'operato della magistratura. Se si sono pecore nere è bene che siano allontanate e sanzionate. Su questo ha competenza la Procura che sta indagando. È un bene per tutto il corpo di cui faccio parte che si faccia piena luce». Leggi l'articolo completo su
Il Mattino