Napoli, casa “rubata” alla prof di 90 anni: le amiche scendono in piazza, «Ridatele almeno i libri»

Napoli, casa “rubata” alla prof di 90 anni: le amiche scendono in piazza, «Ridatele almeno i libri»
«No all’illegalità e alle occupazioni abusive». A inscenare un sit-in davanti al civico 35 di via Egiziaca a Pizzofalcone sono stati alcuni residenti del...

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«No all’illegalità e alle occupazioni abusive». A inscenare un sit-in davanti al civico 35 di via Egiziaca a Pizzofalcone sono stati alcuni residenti del quartiere, rappresentanti istituzionali e un gruppo di amiche di Carlotta Trucillo, l’ex insegnante di 90 anni, che in sua assenza lo scorso 9 novembre si è vista occupare la casa da una coppia di fidanzati. La nonnina, lontana per motivi di salute (ora è a Montoro nell’Avellinese), è stata letteralmente sfrattata all’appartamento al primo piano della scala E con tutti i suoi averi, mobilio, libri e altri ricordi, che non si sa dove siano finiti, come sottolineano le sue ex colleghe: «Lei era molto legata a quegli oggetti. Chi ha occupato l’appartamento abbia la sensibilità di restituirli». A denunciare l’illecito attraverso le pagine del Mattino era stato il parroco dell’Immacolata a Pizzofalcone don Michele Pezzella, che nel corso dell’omelia aveva lanciato il suo anatema contro i responsabili. Dal canto loro un gruppo di inquilini che da decenni si è appropriato illegalmente degli appartamenti di proprietà comunale esprimono le loro ragioni: «Non siamo criminali. Aspettiamo da anni l’assegnazione, ma il Comune non ci ha mai regolarizzati. Intanto viviamo in alloggi tra muffa e crepe nei muri». 

“Società centrale operaia napoletana fondata il 10 ottobre 1860”. In calce alla targa in marmo c’è la firma di Giuseppe Garibaldi. Una testimonianza storica che salta agli occhi davanti alla facciata del civico 35 in via Egiziaca a Pizzofalcone. Un fabbricato di quattro piani dove dal 2002 vivono una quarantina di famiglie abusive con allacci abusivi a gas, luce e acqua. «Vivo qui da 17 anni e sono affetta da diverse patologie, ma tanto una casa non me la daranno mai», si difende Nunzia, tra coloro che ieri hanno protestato alla vista di polizia e carabinieri giunti sul posto per il ripristino della legalità. Insieme a lei nell’androne altri condomini illegali che non ci stanno però a essere etichettati come «criminali». «Non siamo noi i delinquenti - rimarca una giovane madre - venissero a controllare piuttosto chi compie i veri abusi, come il sub affitto per arricchirsi a spese della povera gente». A proseguire il racconto è un’altra inquilina abusiva, che pure preferisce restare anonima: «Quando si viene a sapere che c’è una casa vuota, è chiaro che chi ha bisogno la occupa. Però quando hanno occupato quella della 90enne c’era già una signora dentro, che avrebbe dovuto averla da un’altra in sub affitto. Alla fine l’ha occupata un ragazzo con la fidanzata incinta, ma ora non ci sono perché lei ha abortito ed è in ospedale». A non essersi accorto dell’abuso è Bruno Guadagno, inquilino regolare: «Abito qui dal 1965 ma ci sono 6 scale e non ho mai incontrato l’anziana a cui hanno occupato la casa. Fatto sta che in questa zona sono tante le occupazioni abusive. Questo in origine era un palazzo di proprietà dell’intendenza di finanza, poi diventato del Comune, che però non cura la manutenzione. Basta vedere che non c’è il portone e può entrare chiunque». 

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Con le lacrime agli occhi sul marciapiede di fronte al civico 35 alcune amiche della ex docente. «Le hanno portato via i ricordi di tutta una vita - dice Annamaria De Rosa - le fotografie d’epoca per le quali aveva una venerazione e mobili di antiquariato. Questa casa era lo “specchio” della sua anima. Ora guardare quel balcone e non vedere le sue piante ci rattrista». Le fa eco Maria Pia Caiazzo: «Per me è stato un dolore, perché andavo sempre a farle visita. Va subito liberato e vanno restituiti i suoi beni. Carlotta vorrebbe tornare nella sua casa, ma è ignara di quanto accaduto». A mobilitarsi anche il consigliere regionale di Europa Verde Francesco Emilio Borrelli, sul posto con i consiglieri della I Municipalità Gianni Caselli e Lorenzo Pascucci e la coordinatrice del territorio Benedetta Sciannimanica. «L’alloggio è assegnato da tanti anni alla docente che paga regolarmente il fitto - afferma - Non è deceduta, non ha rinunciato ad abitarci, quindi le deve essere restituito. Noi chiediamo allo Stato di intervenire duramente su un fenomeno che viene favorito da strani meccanismi e dall’appoggio dei clan. Per troppo tempo si è finto di non vedere, arrivando al paradosso che, in alcuni casi, i pregiudicati destinatari di misure restrittive abbiano indicato un alloggio occupato abusivamente per trascorrere i domiciliari».

 

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Il Mattino