Napoli, cinema Metropolitan: arriva il vincolo, non diventerà un supermercato

Sopralluogo dei funzionari alla struttura: «Obbligatoria la destinazione culturale»

Il cinema Metropolitan
La speranza non fugge il Metropolitan. E la burocrazia, stavolta, sembra procedere con passo spedito. Salvo intoppi, gli spiragli per la salvezza dello storico cinema napoletano a...

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La speranza non fugge il Metropolitan. E la burocrazia, stavolta, sembra procedere con passo spedito. Salvo intoppi, gli spiragli per la salvezza dello storico cinema napoletano a rischio sfratto sono più che concreti. Dopo la mobilitazione di cittadini, comitati, artisti e, soprattutto, del ministero della Cultura di Gennaro Sangiuliano, nelle scorse ore - e precisamente lunedì mattina - i funzionari della Sovrintendenza sono stati in visita nel multisala di palazzo Cellamare, nel cuore di Chiaia.

L’obiettivo della visita è stato chiaro, e dichiarato dagli stessi emissari del Mic nel corso della perlustrazione: «Il sopralluogo è finalizzato all’istituzione di un vincolo di destinazione d’uso delle sale». In altre parole, il ministero può garantire, attraverso il vincolo, che il Metropolitan non diventi una sala bingo o un supermercato. E che resti un presidio della cultura. Restano invece discorsi separati, e dalle evoluzioni ancora tutte da scoprire, le questioni che riguardano la salvezza dell’attuale gestione del cinema e l’intenzione della proprietà (Intesa Sanpaolo) di mettere in vendita la struttura. 

La notizia del sopralluogo non è affatto da sottovalutare. In sostanza, l’istruttoria avviata a margine della riunione di martedì scorso avvenuta in via del Collegio Romano, sede del ministero della Cultura nella Capitale, procede con azioni pratiche e veloci. I quattro funzionari della Sovrintendenza di Napoli, arrivati a palazzo Cellamare su input del Mic nella mattinata di lunedì, sono stati accolti dagli attuali gestori del multisala e hanno voluto visitare i locali storici, i luoghi antichi e tutto il complesso.

Compresa la zona del rifugio anti-aereo utilizzato durante la guerra, e che risulta presente in una lista di beni acquisiti dal Comune in nome del «federalismo demaniale - come riferito al Mattino dal vicesindaco e assessore all’Urbanistica Laura Lieto, che però ha precisato - Ci sono ulteriori verifiche in corso sulle questioni che riguardano tale attribuzione». Tornando alla visita di inizio settimana, i funzionari hanno anche fotografato le cartine del palazzo affisse negli spazi condominiali, così da confrontarle con quelle già in loro possesso. Chiaramente, la chiarezza sull’eventuale acquisizione di alcuni spazi da parte dell’ente pubblico potrebbe avere un ruolo nell’apposizione del vincolo di destinazione. 

Dal Comune alla Municipalità 1, dai cittadini al Mic, dai comitati agli artisti: tutti si sono espressi, nelle ultime settimane, in favore della salvezza del Metropolitan e delle sue sale, scelte addirittura da un emozionato Paolo Sorrentino meno di due anni fa per lanciare il suo film autobiografico “È stata la mano di Dio”. Il punto interrogativo sulla gestione futura del cinema è però ancora vivissimo. Pende una proposta d’acquisto, di cui ha dato conferma l’attuale socio di maggioranza Peppe Caccavale: «Abbiamo proposto di comprare i locali per una cifra che si aggira intorno a 1,8 milioni di euro - spiega - Durante l’incontro al ministero della scorsa settimana era stata prospettata la tempistica di un mese per l’istituzione del vincolo di destinazione d’uso. La visita dei funzionari della Sovrintendenza, in questo senso, lascia presumere che le cose stiano procedendo senza intoppi». Il Metropolitan, però, potrebbe non restare com’è. In caso di vincolo culturale, ovviamente, il prezzo d’acquisto dei locali potrebbe essere soggetto a variazioni. Non è esclusa l’ipotesi di un polo culturale a raggio più ampio, come spiegato dal Comune nei giorni scorsi. Sale non solo per il cinema, in altre parole, ma anche per altre forme d’arte. Tutto in fieri, ma il sopralluogo è un passo concreto che lascia ben sperare. Se i tempi verranno rispettati, entro tre settimane potrebbe arrivare il provvedimento.

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Il Mattino