Napoli Città Libro, 20mila visitatori in quattro giorni: «Ma le istituzioni ci hanno abbandonato»

Napoli Città Libro, 20mila visitatori in quattro giorni: «Ma le istituzioni ci hanno abbandonato»
Hanno lo stesso cuore, fatto a forma di libro: i tre «ragazzi» di Libr@rte che hanno sognato e trasformato in realtà il salone del libro, ora si guardano con...

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Hanno lo stesso cuore, fatto a forma di libro: i tre «ragazzi» di Libr@rte che hanno sognato e trasformato in realtà il salone del libro, ora si guardano con soddisfazione. Si chiamano «ragazzi» fra di loro, anche se il più giovane, Alessandro Polidoro, ha 48 anni e gli altri, Diego Guida e Rosario Bianco, hanno scavalcato da un po' i 55: sono madidi, ripiegati dalla stanchezza ma entusiasti. Cercano un angolo per fumare quattro sigarette di fila e raccontare l'esperienza che sta per concludersi: «Quando ne abbiamo parlato la prima volta era solo un'idea condivisa da tre uomini folli d'amore per i libri. Oggi è questo...», allarga le braccia a mostrare il fiume di persone e l'entusiasmo che circonda anche l'ultima giornata di «Napoli Città libro», Alessandro Polidoro. È felice, lo è per davvero.


Hanno uno stesso cuore i ragazzi di Libr@rte, ma i pensieri sono diversi. Se Polidoro guarda al trionfo con gioia, Diego Guida lo osserva con rabbia di chi c'è riuscito nonostante tutto, «a dispetto» avrebbe detto Eduardo De Filippo: «Stiamo vivendo un'esperienza incredibile, noi ci abbiamo creduto: le istituzioni non l'hanno fatto». Si apre un cahier de doléances che nasce dalla tensione per i giorni vissuti a cento all'ora con poco sonno e tante preoccupazioni, anche se alla fine è stato trionfo: «Penso che avevamo chiesto al Comune di esserci vicini, ma abbiamo ricevuto regolare richiesta di pagamento per queste sale, da saldare anche in anticipo (in tutto 6.850 euro ndr). Penso alle volte in cui ho chiamato la segreteria del sindaco, ma lui non ha mai trovato tempo per questa iniziativa. Penso pure che ci sono più di trenta gradi in questa meravigliosa domenica di fine maggio ma espositori e visitatori sono costretti a soffrire perché a San Domenico Maggiore l'aria condizionata, così ci hanno riferito, può essere attivata solo dal primo di giugno». Diego Guida è un fiume in piena.
 
Al suo fianco Rosario Bianco cerca di mediare tra la rabbia per l'abbandono e la soddisfazione per il risultato incredibile: «Forse è vero che le istituzioni non ci hanno supportato. È altrettanto vero, però, che questa nostra iniziativa è all'esordio: c'è tanto da costruire ancora, tanto da migliorare e sono certo che dopo questo che considero il numero zero, tante cose cambieranno. Insomma, prendiamoci l'emozione e mettiamo da parte la tensione».

I tre sognatori che hanno inventato la manifestazione si scambiano occhiate d'intesa, chiariscono a ogni boccata di sigaretta che avere pensieri diversi sul ruolo delle istituzioni non significa mettere in crisi il sodalizio di Libr@rte. Si fermano mille volte, intercettati da persone che si complimentano, da collaboratori che li inseguono con sorrisi a 32 denti: «Ho appena fatto il giro di tutti gli espositori - dice un uomo con la maglia fradicia e l'aria trionfante - sono tutti soddisfatti, nessuno escluso. E dicono anche di aver venduto tantissimo...». La notizia prevederebbe pacche sulle spalle e segni di giubilo, basterebbe anche solo un pugno verso il cielo in segno di trionfo. Ma la presenza della stampa impone un rigore che sta strettissimo ai sognatori: «Visto? Visto che abbiamo avuto ragione a credere in questa iniziativa?», Bianco interviene per primo quando il collaboratore si allontana. Adesso i tre «ragazzi» smettono di pensare alle parole che finiranno sul taccuino, condividono pensieri e parole sull'esperienza che sta per concludersi, su quel che accadrà da domani. È tutto un ricordare le strette di mano ricevute dentro al percorso di Napoli Città Libro e lungo le strade della città, è tutto un ricordare la prima riunione per chiedere sostegno al mondo degli editori e le telefonate di queste ore che non cessano: «Praticamente ai 120 editori che hanno partecipato quest'anno se ne sono già aggiunti altrettanti per l'edizione del 2019», sorride Diego Guida.

Si apre un nuovo capitolo della saga dei sogni e della rabbia. Come si fa a mettere insieme 240 espositori dentro San Domenico Maggiore? Bisogna trovare un'altra collocazione. I «ragazzi» ricominciano a sognare, è sempre il più giovane che chiede di fermarsi almeno un attimo per godersi questo strepitoso momento di trionfo che racconta di 20mila persone richiamate a un salone del libro appena nato: «Facciamo così - Polidoro tenta di mettere ordine nelle parole e nei pensieri - iniziamo a progettare il futuro da domani mattina (stamattina per chi legge ndr). Per qualche ora pensiamo alla bellezza che ci ha circondato in questi giorni».

Condividono tutti. Per qualche minuto si torna a ragionare su quel ch'è stato, sugli errori commessi e sulle modifiche da apportare. La mente vola alla folla, alle presentazioni di rilievo, alla presenza delle autorità. E questo è un errore perché Guida non riesce a trattenere la sua irruenza: «Certo, darci ascolto quando cercavamo di mettere in piedi quest'avventura non è stato possibile per le istituzioni. Però venire a concedersi il bagno di folla è piaciuto a tutti, vero?».

Cala un gelo che impone di ripetere il mantra: anche se abbiamo pensieri diversi, noi di Libr@rte siamo uniti. D'accordo, sono uniti: chiarissimo. Ma il fatto che, di tanto in tanto, arrivano frecciate, rende la chiacchierata di fine manifestazione un po' difficile da affrontare. Rosario Bianco prova a serrare le fila: «Qui sta iniziando un percorso che può condurre lontano. Dobbiamo semplicemente proseguire lungo la strada che abbiamo tracciato, conservando l'orgoglio di averci creduto». È ancora più esaltante la sintesi di Alessandro Polidoro: «Stasera dobbiamo, idealmente, salire sul bus scoperto che ci porterà a fare il giro della città dopo aver vinto il nostro scudetto. A fare i conti della manifestazione penseremo in seguito, fra una settimana, fra un mese. Non conviene fermarsi a pensarci oggi, di fronte alla bellezza di una città che ha premiato una piccola brigata di sognatori del libro». Bianco resta in tema: «Abbiamo vinto lo scudetto. Ora ci aspetta la Champions, ma noi siamo pronti a vincerla».

Stavolta condivide anche Guida: «Certo che bisogna guardare al futuro, godersi il successo di oggi e preparare quelli di domani. Però la prossima volta non sbaglierò. Invece di chiedere il sostegno alle istituzioni locali, mi rivolgerò al ministro della Cultura, magari sarà più facile parlare con lui. Magari avrà un'attenzione maggiore...». Mantra, necessario ancora una volta: Libr@rte non è spaccata, sono solo sensibilità diverse che s'incontrano.


I «ragazzi» adesso sorridono, hanno fumato senza sosta, sono costretti a tornare nel «forno» di San Domenico Maggiore dove l'aria condizionata si accende solo dal primo giugno. Anche se ci sono 32 gradi all'ombra. Leggi l'articolo completo su
Il Mattino