A due giorni dalla mancata sfiducia al sindaco Luigi de Magistris, torna a riunirsi il Consiglio comunale, il primo test per la maggioranza che ha respinto sì l'attacco...
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In questo contesto il Consiglio comunale è chiamato ad approvare una serie di atti importanti, come l'accordo di programma con la Città metropolitana sul piano strategico. Una variazione di bilancio in entrata - una volta tanto - dal valore di circa 100 milioni che arrivano dalla ex Provincia scaricati su tre grandi obiettivi: risanamento delle strade, scuole e verde. Oggi ci dovrebbe essere anche la nomina del responsabile dell'accordo. Chissà cosa farà il Pd al Comune atteso che in Città metropolitana l'accordo istituzionale con de Magistris - nella qualità di sindaco metropolitano - regge alla grande tanto che sugli oltre 90 comuni della provincia i sindaci si sono divisi la bellezza di 300 milioni e molti enti locali sono a guida Pd. Lo stesso discorso vale per Fi e per tutti quelli che - fatta eccezione per il M5S - siedono nei banchi di Santa Maria la Nova. Voteranno contro un atto che porta 100 milioni alla città oppure si regoleranno diversamente?
L'atto più significativo all'attenzione dell'Aula di oggi è la ratifica del bilancio consolidato. Di cosa si tratta? Della fotografia dello stato finanziario del Comune declinato assieme alle sue aziende partecipate. L'Anm essendo in procedura concordataria non è presa in considerazione. Il bilancio consolidato è quello del 2018: la consistenza patrimoniale è di poco meno di 9 miliardi, ma ben 4,8 miliardi, sostanzialmente la metà, sono i debiti. «Il dato del patrimonio - fanno sapere dal Comune - dà conferma della solidità dell'ente, cioè la capacità di far fronte a tutti i propri debiti con il patrimonio». Questa la lettura di Palazzo San Giacomo, va da sé che fino a oggi il patrimonio non è servito a pagare il debito storico dell'ente di 2,7 miliardi. Cifre da capogiro in ogni caso. Come quelle che spendono le due aziende più grosse e strategiche del Comune: Asìa paga in stipendi 102,5 milioni l'anno, mentre NapoliServizi 50,3. Di poco distanziata Abc Acqua pubblica che spende 30 milioni ma ha un credito verso palazzo San Giacomo di 60 milioni. Leggi l'articolo completo su
Il Mattino