Napoli, 12mila palazzi a rischio crollo. Il Comune: colpa dei condomini | Video dal drone: la città «impacchettata»

Napoli, 12mila palazzi a rischio crollo. Il Comune: colpa dei condomini | Video dal drone: la città «impacchettata»
Dodicimila palazzi a rischio crollo, quasi 6mila ordinanze sindacali all'anno. Questa la fotografia della città...

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Dodicimila palazzi a rischio crollo, quasi 6mila ordinanze sindacali all'anno. Questa la fotografia della città cellofanata, imbrigliata, rattoppata, raccontata nell'inchiesta pubblicata ieri dal Mattino. Il giorno dopo è tempo di tirare le somme e in Comune cercano di rimboccarsi subito le maniche. Da Palazzo San Giacomo fanno sapere che quasi il 100% degli immobili pericolanti sono privati e dunque il Comune non può intervenire direttamente, se non «in danno».



«Molti dei proprietari degli immobili non eseguono le adeguate manutenzioni e per il Comune diventa problematico agire in danno su tutti, visto che economicamente ci vogliono milioni e milioni di risorse» avvisa il vicesindaco Tommaso Sodano, che spiega: «Ad esempio a Chiaia, come via Calabritto, via Dei Mille, via Filangieri abbiamo tante segnalazioni e parliamo di palazzi che hanno un valore altissimo. Nonostante questo il Comune si trova costretto spesso ad intervenire in danno per la passività dei proprietari».



E dunque come risolvere la questione? Da Palazzo San Giacomo si sta cercando una forma diversa, per obbligare i proprietari ad intervenire. Si pensa ad una sorta di pignoramento, o a una forma di garanzia bancaria che possa mettere al riparo le casse pubbliche. Un'azione che ricada sulle tasche dei proprietari. «Noi – sottolinea Sodano – dopo aver ricevuto le segnalazioni di pericolo di uno stabile o parte dello stesso, dai vigili del fuoco o dai nostri uffici, formuliamo le ordinanze sindacali, le inoltriamo ai condomini ma non abbiamo strumenti per obbligare i proprietari a procedere con i lavori. Spesso gli amministratori di condominio agiscono con la messa in sicurezza, ovvero ponteggi e reti di protezione, che se da un lato eliminano il pericolo immediato, dall'altro non risolvono il problema. Per questo con l'avvocatura municipale stiamo valutando diverse ipotesi, perché per noi questo atteggiamento non è più tollerabile».



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Il Mattino