Il telefono squilla mentre partecipa all'inaugurazione del rigenerato Palazzo Fondi. Attilio Auricchio - il capo di gabinetto del Comune e braccio destro del sindaco Luigi de...
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Torniamo ai numeri, ai freddi numeri per ricapitolare come stanno le cose. Mercoledì scorso le Sezioni riunite della Corte dei Conti hanno bocciato il ricorso del Comune colpevole di non avere inserito fra debiti fuori bilancio quello con il Cr8 nell'esercizio 2016. Per le Sezioni riunite trattasi di «operazione illegittima». Questo ha fatto scattare una sanzione - che si dovrà pagare dall'anno venturo anche in tre rate - che consta nella stessa somma non iscritta a bilancio. Nella sostanza Palazzo San Giacomo deve pagare 2 volte un debito che arriva dal 1981 e non attiene all'amministrazione attuale. Se domani sarà accordo - e tutto sembra andare in quella direzione altrimenti non avrebbe senso nemmeno la convocazione formale a Palazzo Chigi - il 77% del debito lo dovrà pagare lo Stato. La restante parte - il 23% - di fatto è stata già pagata al Cr8 dal Comune nella transazione dell'anno scorso. Dunque, almeno una partita si potrebbe chiudere. Resta sul groppone la sanzione, molto pesante. De Magistris punta a una norma che dovrebbe emettere il nuovo Parlamento che non riguarderebbe solo Napoli ma centinaia di Comuni afflitti dal cosiddetto «debito storico». Su Palazzo San Giacomo - giova ricordarlo - non grava solo il Cr8 ma anche un debito di oltre 60 milioni che arriva dal Commissariato per l'emergenza rifiuti. Ma questa è un'altra partita che il sindaco si deve giocare con altri interlocutori ed è tutta costruire nei prossimi 9 mesi.
La questione ieri è stata oggetto della Commissione bilancio del Consiglio comunale presieduta da Manuela Mirra, alla quale ha partecipato l'assessore competente Enrico Panini che ha tratteggiato vari scenari. Nel mirino ci finisce sia la Sezione regionale della Corte dei Conti che aveva bocciato il bilancio 2016 e anche le Sezioni riunite alle quali il Comune si era rivolto con un ricorso avverso. Panini chiarisce subito l'aria che tira: «Non condividiamo la sentenza che è inappellabile; il rischio è che, se il Governo non dovesse accollarsi il 77% del debito Cr8 e se non dovesse intervenire un provvedimento legislativo ad hoc per cancellare la sanzione comminata, che nella peggiore delle ipotesi ammonterebbe a 114 milioni, il Comune stesso si troverebbe a pagare due volte il debito con il Cr8». Per l'assessore «con conseguenze devastanti sul bilancio ma soprattutto sulla pelle dei cittadini: con un bilancio composto prevalentemente da spese fisse, verrebbero penalizzati in primo luogo il welfare, l'istruzione, la cultura ed i trasferimenti alle partecipate».
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Il Mattino