Napoli. Dimentica soldi, tablet e cellulari nell’auto aperta di notte: «E al mattino ho trovato una sorpresa...»

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Una distrazione al rientro a casa dopo una giornata di lavoro può capitare a tutti. Ma qualche sera fa a un napoletano, M. C., capita qualcosa di singolare, da affidare a un racconto su Facebook.



Convinto di aver chiuso l’auto e di essersi messo le chiavi in tasca, s’infila di corsa nel portone e raggiunge l’appartamento dei genitori in un condominio di Varcaturo. «Pioveva fortissimo e non vedevo l’ora di tornare a casa - racconta il 34enne napoletano -. Così ho cenato, ho fatto la doccia e me ne sono andato beatamente a letto».



Il mattino seguente si prepara per andare al lavoro, ma quando sta per uscire di casa non trova le chiavi della macchina. «Le ho cercate nelle tasche della giacca, ma non c’erano. E in quel momento ho avuto un flash: le avevo lasciate attaccate alla portiera».



M. C. si precipita in strada e si avvicina all’auto, ma la trova chiusa e le chiavi non c’erano più. «Ho guardato dentro e non vedevo i due tablet, i due cellulari e il portafogli. Da sotto il sedile passeggeri sbucava la borsa dove tengo i documenti del lavoro».



L'uomo pensa subito al peggio e va in escandescenza, ma poi accade l’imprevisto: «Passando accanto alle cassette della posta noto che dalla mia buca fuoriesce il lembo di un foglio. Lo prendo e dentro ci trovo le chiavi dell’auto e un messaggio: “La prossima volta stai più attento”».



M. C. torna alla macchina e scopre che il portafogli e gli altri oggetti di valore sono stati sistemati nell’abitacolo in modo da occultarli alla vista di qualche malintenzionato. «È stato sicuro qualcuno che mi conosce, ma io e i miei genitori ancora non siamo riusciti a individuarlo. Vorrei ringraziarlo. Se mi avessero portato via tablet, cellulari e portafogli, avrei subito un danno di quasi 1.000 euro. Per non parlare dei documenti che avevo in borsa - ammette con un certo sollievo -. La macchina, invece, è un catorcio».



L'uomo è impiegato in una società di servizi, ha raccontato la sua disavventura a lieto fine pubblicando un post su un gruppo aperto di Facebook. «Io vivo a Napoli e a Varcaturo mi appoggio qualche volta dai miei genitori. Vorrei si sapesse che quella non è solo una zona di spazzatura e abbandono, ma possono accadere anche cose belle».



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