Paralisi funicolari, il Comune di Napoli pronto ai licenziamenti

Paralisi funicolari, il Comune di Napoli pronto ai licenziamenti
Sette giorni e forse anche meno poi finalmente il piano industriale, quello da consegnare in Tribunale per il concordato preventivo ed evitare il default verrà svelato. Il...

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Sette giorni e forse anche meno poi finalmente il piano industriale, quello da consegnare in Tribunale per il concordato preventivo ed evitare il default verrà svelato. Il 2 o il 3 luglio si saprà - nella sostanza - che fine farà Anm. Certo è che a Palazzo San Giacomo sono furenti: per la prima volta la parola «licenziamenti» viene evocata senza veli. Ed è collegata alle malattie di massa che hanno colpito anche ieri i lavoratori delle funicolari. E che hanno provocato per il quarto giorno consecutivo disagi notevoli all'utenza. Sarà linea dura quella del Comune per «gli infedeli» - ammesso che ce ne siano - anche perché stanno scatenando una guerra politica interna tra pezzi della maggioranza e la giunta. Per esempio domani ci sarà una commissione mobilità - il presidente è Nino Simeone, che ha assunto una posizione forte contro gli assessori Enrico Panini e Mario Calabrese, la cui presenza è annunciata. Dunque in caso di malattie non certificate la perdita del posto di lavoro sarà una strada che Palazzo San Giacomo percorrerà con decisione. Al riguardo sono arrivati all'Anm già gli esiti delle prime 7 visite fiscali disposte dall'azienda che hanno confermato la presenza a casa degli ammalati. Per altre 2 si attendono gli esiti.

 
Trapela poco o nulla del Piano al quale ha lavorato il presidente della Napoli Holding Amedeo Manzo. L'aria però è tesa e si annunciano giorni difficili, perché sugli esuberi, circa 300, ci sarà poco da trattare. Atteso che il Piano per il riequilibrio dei costi e dei ricavi passa anche per questi sacrifici. Così come l'opzione di andare sul mercato per quello che riguarda il trasporto su gomma, pare che non sia esclusa del tutto. Quanto sta accadendo in questi giorni con il caso funicolari non rasserena gli animi, anzi. Da venerdì la strana epidemia, scoppiata a ridosso dello sciopero, sta tenendo in scacco un servizio pubblico di primaria rilevanza. Ieri di nuovo chiusa la funicolare di Mergellina. E la situazione rischia di peggiorare nei prossimi giorni. Il 30 partirà l'orario festivo. La Funicolare di Mergellina resterà chiusa fino al 2 settembre, le altre seguiranno l'orario 7-22. Ma le ferie a scaglioni del personale ridurranno anche gli uomini disponibili per le rotazioni, aumentando il rischio di blocchi in caso di malattia. Finora, l'Anm sopperiva alle assenze con gli straordinari. Ma da venerdì i dipendenti si rifiutano di farli. Alta tensione anche al deposito del Garittone, dove ieri sono state sospese quasi tutte le linee. Solo dalle 16,30, ne sono state ripristinate 9 su 15. Il 139 per il Cardarelli è stato spostato dal deposito del Garittone a quello di Cavalleggeri e ha ripreso a circolare, al contempo sono state soppresse tre linee di Bagnoli (C1, C5 e 627).


In questo contesto è stato già annunciato per venerdì 13 luglio un nuovo sciopero di 24 ore Anm di bus, metro e funicolari. Protesta - se si concretizzerà - che cadrebbe a pochi giorni dallo svelamento del piano industriale. Sindacati sul piede di guerra dunque con Adolfo Vallini della Usb di Anm che non è tenero: «Chi rovina l'immagine di Napoli - dice - non sono certo i lavoratori che operano in condizioni di estrema insicurezza, quotidianamente aggrediti a causa di continui tagli alle corse, su autobus fatiscenti e carichi oltre il limite consentito dal codice della strada, ma il management dell'Anm e l'azionista unico dell'azienda per aver attuato tre piani di risanamento in due anni che non hanno né aumentato il numero di autobus e treni in servizio, né eliminato privilegi, superstipendi e sacche parassitarie che ancora determinano sprechi e mala gestione». Si diceva di Simeone, che ha criticato e non poco gli assessori: «Io credo che certe cose non vadano dette in maniera pubblica per non esporre i lavoratori, poi se ci sono dipendenti che hanno barato è giusto che paghino, domani in commissione speriamo ci sia maggiore chiarezza su tutti i fronti». Leggi l'articolo completo su
Il Mattino