Il golfo di Napoli preso d'assalto: «Troppe barche, è come Hong Kong»

Il golfo di Napoli preso d'assalto: «Troppe barche, è come Hong Kong»
Messi rispettosamente da parte eroi, poeti e santi (dei quali mai come in questo momento si avverte l’assenza), continuiamo a confermarci popolo di navigatori. Oltre duemila...

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Messi rispettosamente da parte eroi, poeti e santi (dei quali mai come in questo momento si avverte l’assenza), continuiamo a confermarci popolo di navigatori. Oltre duemila i patentati nautici solo a Napoli. Meno noto ai più è invece un altro dato: il capoluogo campano è, subito dopo Hong Kong, al secondo posto per densità di traffico e movimento di natanti da diporto e commerciali al mondo. Un Golfo dunque affollatissimo, che d’estate tocca ovviamente i suoi picchi più alti, trasformandosi in un crocevia congestionato di navi da crociera, traghetti, aliscafi, battelli, yacht, motoscafi, gommoni, gozzi, e chi più ne ha più ne metta. A parlare sono le cifre che descrivono l’impegno della Capitaneria di Napoli: negli ultimi mesi sono stati effettuati 9974 controlli, elevati 831 verbali amministrativi e denunciate 25 persone.



A garantire la sicurezza in mare ci sono gli uomini e le donne della Guardia Costiera (circa mille, su un totale di 11mila in tutta Italia), i quali hanno un gran da fare tra giugno e settembre, soprattutto nei fine settimana. Un superlavoro che abbiamo documentato salendo a bordo di una motovedetta che per tutta la giornata di venerdì ha incrociato da Vigliena fino a Nisida, a caccia dei nuovi “pirati del mare”, dei diportisti occasionali, di quelli un po’ distratti che rappresentano un costante e potenziale rischio per tutti, a cominciare da sub e bagnanti. «Ma noi ci siamo - spiega al “Mattino” l’ammiraglio Pietro Vella, al vertice della Capitaneria di Porto - e la nostra presenza resta fondamentale, sia in termini di deterrenza che in una logica di assistenza a chiunque venisse a trovarsi in difficoltà in mare». Napoli, spiega ancora Vella, dispone di una sala operativa all’avanguardia, capace di individuare con millimetrica precisione ogni natante in movimento.


E sono eloquenti i numeri delle attività di controllo sulle coste campane negli ultimi sei mesi. Quasi diecimila i controlli, 1780 in materia di tutela ambientale, 1245 relativi al “traffico”, 1467 per violazione di spazi demaniali, ben 2446 nei confronti dei diportisti: per quest’ultima voce balza agli occhi il dato che segnala come ben 158 verbali siano stati elevati nei confronti di chi si è spinto fino a invadere le cosiddette “acque di balneazione”, mettendo a serio rischio la vita dei bagnanti. Per quel che riguarda i soccorsi in mare, 21 i casi per avarie al motore, cinque per incendi a bordo, cinque garantiti per avverse condizioni meteo ed una per avaria al timone. Trentadue, in totale, le unità soccorse.

Il bilancio della giornata con i “guardiani del mare” è comunque incoraggiante: al netto di qualcuno che ha dimenticato a casa i documenti, dei soliti furbetti che violano le quattro aree protette nel “distretto” di Napoli - Regno di Nettuno e Parco sommerso della Gaiola, Campi Flegrei e Baia - non si registreranno grandi violazioni. Ma c’è da stare sempre con gli occhi bene aperti: solo qualche giorno fa, per esempio, durante i controlli è stato beccato alla guida di un grosso gommone un uomo che a bordo non aveva nulla degli strumenti indispensabili alla navigazione: ganci d’accosto, remi, estintore e persino i parabordi. 

Massima attenzione anche a chi si avvicina oltre i 100 metri di distanza prescritti da zone di scogli e i 200 dalle spiagge: e ai “capitani della domenica”, quell’esercito che noleggia imbarcazioni i cui motori possono arrivare fino a una dotazione di 40 cavalli: «Spesso - spiega uno dei militari in servizio - ignorano le carte nautiche e si avventurano sfidando secche e pericolosi tratti di navigazione».

Un impegno totale, a 360 gradi, quello della Guardia Costiera. E tuttavia, non certo per demerito dei militari, quanto piuttosto per le maglie larghe delle nostre leggi, qualcosa rischia di sfuggire ai controlli. Se, per esempio, uno dei soggetti controllati alla guida di un natante fosse un ricercato dalla legge, o anche più semplicemente pregiudicato, gli operatori non riuscirebbero a saperlo perché la Guardia Costiera non può ancora accedere alla banca dati delle forze dell’ordine. Una lacuna, questa, da colmare al più presto. «Garantiamo la sicurezza e usiamo la mano ferma con chi trasgredisce le leggi - assicura comunque l’ammiraglio vella - tolleranza zero con chi mette a repentaglio la vita propria e quella altrui in mare. A proposito: ricorda quel padre che qualche tempo fa diffuse sui social il video con il bambino alla guida di un motoscafo? Ebbene posso assicurare che siamo sulle sue tracce, lo troveremo e sarà denunciato». 

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Il Mattino