Napoli-Israele, sì al dialogo: «A febbraio terremo qui la conferenza sull'agritech»

Napoli-Israele, sì al dialogo: «A febbraio terremo qui la conferenza sull'agritech»
Napoli al centro dei rapporti tra Italia e Israele. Una svolta politica, dopo le polemiche degli ultimi anni tra la comunità ebraica e l'amministrazione guidata da...

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Napoli al centro dei rapporti tra Italia e Israele. Una svolta politica, dopo le polemiche degli ultimi anni tra la comunità ebraica e l'amministrazione guidata da Luigi de Magistris, ma anche economica soprattutto sul fronte agricolo, settore nel quale Israele è tra i leader mondiali in quanto ad innovazione tecnologia. Già perché l'ambasciatore dello Stato d'Israele in Italia, Dror Eydar, ha annunciato di voler istituire a Napoli una «conferenza europea annuale sull'agritech per mostrare tutte le innovazioni scientifiche e tecnologiche». Eydar è intervenuto nel corso del 32esimo congresso nazionale della Federazione Italia Israele svoltosi ieri all'hotel Mediterraneo. L'ambasciatore ha annunciato di voler invitare all'appuntamento (in programma a febbraio 2022) anche i vertici di Confagricoltura sia italiani che spagnoli ma anche il ministro del Sud Mara Carfagna e il ministro degli Esteri Luigi Di Maio (che in un messaggio ha esortato alla coesione contro l'odio) per un appuntamento di rilevanza mondiale. All'evento di ieri, organizzato dell'associazione presieduta dal giornalista del Mattino Giuseppe Crimaldi, ha partecipato anche Gaetano Manfredi. «Napoli - le parole del sindaco - può rappresentare un luogo dove la cooperazione italo-israeliana può essere rafforzata dal punto di vista della crescita, della cultura, della ricerca per lo sviluppo soprattutto attraverso le nuove tecnologie e loro applicazione anche in virtù di tanti nuovi progetti che dovranno partire tra cui il grande piano dell'applicazione della tecnologia all'agricoltura con l'istituzione a Napoli del Centro nazionale». 

Dal congresso di Italia-Israele, insomma, arriva un segnale importante per portare il capoluogo campano al centro di un asset strategico rilevante. Basti pensare che sull'agricoltura 4.0 Confragricoltura ha siglato già nel 2018 un protocollo d'intesa con l'ambasciata israeliana. E non solo. Nel 2020, nel corso di una serie di webinar con le start up israeliane, Confagricoltura ha calcolato che il giro d'affari dell'agricoltura italiana crescerebbe di un miliardo se si riuscisse ad aumentare anche soltanto dell'1% la durata della vita dei prodotti agricoli. Settori in cui gli israeliani sono maestri. Numeri che danno l'idea di quanto la centralità di Napoli in questo processo potrebbe dare alla città una rilevanza economica di grande peso. Ma quella di ieri è anche una svolta politica. I rapporti tra la comunità israeliana e l'amministrazione comunale napoletana, soprattutto negli ultimi anni dell'era de Magistris, erano stati contraddistinti da polemiche e tensioni. Manfredi, aprendo il congresso di ieri, ha sottolineato, non a caso, questo aspetto: «Ci sarà un forte impegno della comunità napoletana e della città che rappresento per far sì che i rapporti di amicizia siano ulteriormente stimolati e rafforzati. Dobbiamo sempre alimentare l'amicizia tra i popoli per sconfiggere i semi dell'intolleranza che ogni tanto riemergono nei comportamenti e nelle azioni di alcuni». D'altronde i rapporti tra il primo cittadino e l'ambasciatore israeliano risalgono all'esperienza da ministro del neo primo cittadino. Manfredi e Dror Eydar si erano incontrati già due anni fa in ambasciata proprio sul tema dell'agritech e già allora Israele aveva dato la disponibilità alla collaborazione. Disponibilità rinnovata ieri con la volontà, stavolta, di mettere Napoli al centro del lavoro. Nel corso del congresso c'è stato anche un tavolo di confronto a cui hanno partecipato, oltre all'ambasciatore israeliano, il capocronista del Mattino Gerardo Ausiello e il direttore del Tg2 Gennaro Sangiuliano. A quest'ultimo è stato consegnato anche il premio Forneron 2021, intitolato a Lucia Forneron, storica esponente di Italia-Israele che ha speso la sua intera esistenza nella difesa dei valori della memoria viva e dell'Olocausto trasmettendola ai più giovani. 

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Il Mattino