Non doveva finire lì, non poteva finire con quei colpi di pistola alle gambe, come un «normale» regolamento di conti. Era necessario premere di nuovo il...
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Eccolo, l’ennesimo uomo con il casco nero, l’ultimo attore dell’inesauribile show criminale cittadino. È ripreso dalle telecamere dell’ospedale, sembra un forsennato: va avanti e indietro, ha il giubbotto nero e i pantaloni bianchi, come appare evidente da un video immediatamente sequestrato. Ecco la sequenza choc: il pistolero entra nel pronto soccorso punta un gruppetto di giovani dove evidentemente non trova il suo obiettivo e si rivolge verso l’uscita; poi fa uno scatto, si rigira, raggiunge di nuovo il pronto soccorso e fa fuoco. È al centro della scena, l’uomo col casco nero e i pantaloni bianchi, fa fuoco diverse volte puntando alle sagome di persone in movimento. Sei colpi calibro nove. Spara per uccidere, ma si limita a ferire - fortunatamente solo di striscio - due dei quattro ragazzi (probabilmente minori) che avevano accompagnato Vincenzo Rossi dopo i primi colpi di pistola e che decidono di sparire subito dopo. Dinamica più unica che rara, che obbliga gli inquirenti a una domanda su tutte: che senso ha sparare all’uomo ferito pochi attimi prima, in un precedente raid? Inchiesta condotta dai pm Celeste Carrano e Urbano Mozzillo, sotto il coordinamento del capo della Dda di Napoli Giuseppe Borrelli, in uno scenario investigativo seguito dallo stesso procuratore Gianni Melillo.
L’AUTO
Si parte dal video, dalle caratteristiche fisiche del personaggio che ha fatto fuoco, ma anche dallo spessore della vittima. Metodi e strategie camorristiche, in una città in cui bande giovanili agiscono ormai da tempo come killer professionisti. Ma c’è un altro episodio sul quale si concentra l’attenzione degli inquirenti, sempre legato ai fatti della scorsa notte: in vico Bonaficiata Vecchia Napoli, è stata infatti trovata un’auto raggiunta da un colpo di pistola. Una vettura parcheggiata in zona, che potrebbe essere stata centrata nel corso di una «stesa» o di un inseguimento. E torniamo al Pronto soccorso: Vincenzo Rossi è giunto in ospedale a bordo di una Fiat Idea, accompagnato da quattro conoscenti, tutti molto giovani, che hanno riferito di averlo raccolto in via Toledo, nei pressi di vico Sergente maggiore.
LE IPOTESI
Possibile che il killer sia stato riconosciuto dalla vittima, che potrebbe aver urlato il suo nome nel tentativo di fuga, scatenando la furia omicida del pistolero. Oppure, la notte scorsa, i pistoleri in azione erano almeno due: il primo si è limitato a ferire il proprio target, l’altro ha tentato invece a chiudere i conti. Imputato in un processo per tentato omicidio (via Scarlatti, 9 dicembre del 2017), Vincenzo Rossi è stato trasferito al Fatebenefratelli, nelle prossime ore dovrà provare a fornire qualche tassello in più sull’inferno che si è abbattuto all’interno del Pronto soccorso. Leggi l'articolo completo su
Il Mattino