Napoli, Arturo accoltellato da una gang: «La laurea il mio riscatto, così sono uscito dal buio»

Napoli, Arturo accoltellato da una gang: «La laurea il mio riscatto, così sono uscito dal buio»
Dopo l’incubo vissuto cinque anni fa ora si gode la felicità e la soddisfazione del suo traguardo più grande. Arturo Puoti, che oggi ha 23 anni, ha conseguito...

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Dopo l’incubo vissuto cinque anni fa ora si gode la felicità e la soddisfazione del suo traguardo più grande. Arturo Puoti, che oggi ha 23 anni, ha conseguito due giorni fa la laurea in Storia all’Università degli Studi Federico II di Napoli. Gettandosi ormai alle spalle la terribile esperienza vissuta nel dicembre 2017, quando rimase vittima di una banda di minorenni che lo accoltellarono senza pietà in via Foria, mentre era alla fermata dell’autobus, il giovane guarda al futuro e ripercorre questi anni che lo hanno spinto a maturare e superare il trauma di quell’aggressione. Accanto a lui, come sempre, c’è mamma Maria Luisa Iavarone, docente universitaria, che non smette di portare avanti la sua battaglia contro le devianze e la criminalità giovanile.

«Questo primo traguardo rappresenta per Arturo e per tutti noi un’importante punto di ripartenza - dice a Il Mattino - gli ultimi anni della sua vita sono stati duri (il prossimo 18 dicembre sarà il quinto triste anniversario da quel maledetto pomeriggio in via Foria). Ma nel gioire di questo importante risultato per mio figlio, mi viene da pensare: come stanno andando le vite dei ragazzini che lo hanno assalito? Avranno studiato in carcere? Avranno conseguito un diploma? Avranno finalmente imboccato la strada della redenzione? Il mio più grande cruccio è questo - aggiunge - che in alcuni istituti penitenziari minorili (e non parlo di Nisida) ci siano ridotte opportunità di formazione. Ho contezza del fatto, ad esempio, che nell’Ipm di Potenza i ragazzi non abbiano ancora la possibilità di frequentare la scuola, mentre la cultura è sempre il più grande facilitatore di processi di coscienza». 

Arturo, come ci si sente da neo laureato?
«Con la mia laurea (triennale) direi ancora non troppo differente dall’essere diplomato. Vedremo quando sarà il momento della magistrale». 

In quale disciplina ha conseguito la laurea? 
«Studi umanistici con una tesi in Storia del commercio nell’antica Roma, in cui mi hanno seguito i docenti Umberto Roberto e Dario Nappo». 

Com’è stato affrontare questi anni universitari dopo quanto le è accaduto a 17 anni? 
«All’inizio ero ancora un Arturo estremamente legato al suo passato più recente, difatti non riuscivo nemmeno a ingranare con gli esami. Durante la prima quarantena poi ho avuto il fantomatico “cambio di mentalità”. Semplicemente avevo voglia di cambiare e l’isolamento si è dimostrato l’occasione migliore». 

Tutti si ricordano di lei per il brutto episodio di cui è stato vittima. Com’è cambiata la sua vita da allora? 
«Direi parecchio, soprattutto riguardo la mia percezione dell’opinione altrui su di me. Prima tendevo a dare troppo peso ai pensieri di estranei. Ora tramite certe letture e alcune riflessioni personali sto uscendo da questo circolo vizioso. In più vado fiero del mio personale percorso di terapia psicologica e di cura fisica». 

Oltre sua madre, sempre presente al suo fianco, chi l’ha supportata per superare quella terribile esperienza?
«Oltre mamma, mio padre e in generale la mia famiglia, ma anche persone in tutti i livelli dello Stato, che hanno dimostrato la loro solidarietà verso di me in varie declinazioni. Una dimostrazione di ciò è stato il numero impressionante di like e commenti al post sulla pagina Facebook di mia madre, proprio in occasione della mia laurea due giorni fa». 

Purtroppo continuano però gli episodi di bullismo e criminalità giovanile. Lei va nelle scuole o in altri contesti per sensibilizzare i giovani sul fenomeno? 
«Fino a poco tempo fa partecipavo spesso a queste iniziative. Ultimamente mi sono concentrato sia sulla mia carriera universitaria, sia più in generale sulla mia vita personale. Ma continuerò a sensibilizzare le coscienze dei giovani».

Che progetti ha per il futuro? 


«Anzitutto continuare il mio percorso universitario con la magistrale. In secondo luogo, al fine di intraprendere una carriera accademica, sostenere concorsi per la scuola pubblica. Mi reputo una persona versatile».   Leggi l'articolo completo su
Il Mattino