Suk della Stazione a Napoli, liberi gli aggressori: la rabbia dei vigili

Suk della Stazione a Napoli, liberi gli aggressori: la rabbia dei vigili
Monta la rabbia nel corpo dei vigili urbani e corre sul filo della chat dei caschi bianchi. La notte tra sabato e domenica, in piazza Garibaldi, quando in cento hanno aggredito 5...

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Monta la rabbia nel corpo dei vigili urbani e corre sul filo della chat dei caschi bianchi. La notte tra sabato e domenica, in piazza Garibaldi, quando in cento hanno aggredito 5 agenti municipali - e nessuno si è fatto nemmeno un minuto di galera - è una ferita aperta e che brucia. Una sola identificata della “gang dei nigeriani”, quella che ha lanciato acqua bollente verso i vigili, denunciata a piede libero e 5 agenti all’ospedale. Un bilancio che ha provocato tanto scoramento nel corpo dei vigili urbani. In questa cornice - si interrogano i vigili - «vale la pena ancora esporci in questa maniera?». E ancora: «Bollettino serale piazza Garibaldi: «La donna che ha causato tutto è fatto esplodere la ressa con gli extracomunitari che hanno di nuovo accerchiato i nostri è stata fermata, fotosegnalata e su disposizione del pm è stata “denunciata” a piede libero (in ossequio al Codice penale, ndr): risultato finale: tre auto inservibili, tre agenti della San Lorenzo e due di Avvocata sono andati a farsi refertare», è il contenuto di uno dei messaggi che corre sulle chat, come dare torto all’autore? Chiariamo subito un aspetto: i vigili non hanno mai mollato il presidio di piazza Garibaldi che il sindaco Gaetano Manfredi ha definito il «nostro alto impatto», però lo spirito è diverso da quando è iniziato il presidio più o meno tre settimane fa. Non c’è demotivazione ma un sentimento assai simile si sta affacciando nella mente dei caschi bianchi, è montato a cavallo di quella rabbia che non si riesce a smaltire. 



Le notti dei vigili in Piazza Garibaldi non sono semplici da gestire, soprattutto perché all’inizio del presidio erano affiancati anche dalle altre forze dell’ordine oggi quella presenza delle altre divise è meno visibile. Anche di questo si parla nelle chat: «Abbiamo iniziato tutti assieme e oggi siamo rimasti soli». Dialoghi raccolti nelle chat di chi fronteggia tutti i giorni la polveriera del Vasto e di quel pezzo di città sempre più centrale nello sviluppo di Napoli, dove insiste la stazione delle Fs gremita da decine di migliaia di viaggiatori tra chi arriva e chi parte. La sostanza è che il territorio va controllato e anche capillarmente. La nuova piazza è bellissima, ma è divisa a metà. Una divisione che ne misura la vivibilità. Il lato dove insistono i ristoranti e gli alberghi, quello che dà verso il Corso Lucci - grazie proprio alle attività produttive - bene o male è sicuro e più curato. Quello di fronte, invece è completamente dominato dagli extracomunitari, senza fissa dimora e altre tragedie umane di qualsiasi etnia e ne consumano la bellezza disegnata dal grande architetto Dominique Perrault, parigino di nascita e un po’ napoletano di adozione. Sotto la foresta di ferro si consumano reati, illegalità, abusi. E non è un caso che il presidio dei vigili sia stato piazzato da questo lato della piazza. Dove ci sono bivacchi, mercatini improvvisati di roba che dovrebbe andare al macero e che invece diventa il vestito della festa per tanti disperati. Qui si concentrano le fragilità più o meno grandi di persone che si incontrano e si scontrano. Tutto questo crea una miscela esplosiva innestata su di un territorio - il Vasto e il suo reticolo di vicoletti e viuzze - abitato da famiglie napoletane il cui status non è poi così distante da quello dei migranti. Si aggiunga a questo la mano nera dei clan della camorra e quello che viene fuori è un inferno metropolitano. Ad osservarla, quella divisione basata sostanzialmente su chi può andare al ristorante e dormire in albergo e chi invece si deve accontentare di un kebab a 2,50 euro e dormire in capanne di cartone, fa impressione e racconta una Napoli che nessuno vorrebbe vedere. 

Il sindaco controlla da vicino la situazione e tutti i giorni va all’attacco: «La sicurezza - dice a margine del consiglio comunale sul bilancio - non riguarda solo i turisti ma soprattutto i napoletani e su questo stiamo premendo molto sulla Prefettura e sul Governo». L’ex rettore insiste: «Su Napoli c’è una arretratezza sulla videosorveglianza, ci vogliono investimenti per milioni che devono fare a livello centrale. La nostra polizia municipale è efficace e lavora con forze ridotte, assumeremo 250 vigili per rinforzare il corpo. Ma quello che deve migliorare è la capacità la capacità di integrazione con le altre forze dell’ordine per presidiare luoghi come Piazza Garibaldi, non lo può fare solo la Municipale, serve un intervento interforze».

 

 

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Il Mattino