Pubblico e privato nelle corsie degli ospedali pubblici: la sottile linea rossa su cui corrono liste di attesa, carenze e disfunzioni in corsia fino a impattare su qualità,...
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Se per abolire l'intramoenia occorre attendere una scelta politica che modifichi la legge si può intanto capire qual è la realtà con cui i cittadini fanno i conti. Cos'è e come funziona l'attività intramoenia? Si tratta del lavoro privato libero professionale che un medico o un componente della sua equipe sono autorizzati a svolgere entro le mura dell'ospedale. Attività che va svolta al di fuori dell'orario di lavoro in spazi che dovrebbero essere dedicati a tale scopo separati da quelli dell'attività ordinaria. In mancanza di tali luoghi e di attrezzature (di cui solo alcuni ospedali sono dotati) e a fronte di situazioni contingenti (posto di lavoro lontano dal proprio bacino di utenza) il professionista è autorizzato a utilizzare il proprio studio o operare in una struttura privata tramite convenzioni. Ovviamente più ci si allontana dalle mura dell'ospedale più complicato diventa verificare prestazioni, incassi e fatture nonostante sia un interesse dell'azienda che introita oltre il 50% del guadagno. Un altro aspetto rimanda alle liste di attesa: l'intramoenia è concepito per consentire al paziente di scegliere il professionista, non la prestazione. Un principio spesso eluso da regole non chiare e dalla mancanza di controlli. Così l'attività libero professionale diventa una mera scorciatoia a una coda eccessiva, un incentivo formidabile, (per chi può), a scegliere il regime privato. Qui la soluzione, adottata in passato in Campania ma poi accantonata, fu di istituire una lista unica in cui l'intramoenia fosse bloccata fino al raggiungimento di valori fisiologici di attesa. La legge prevede anche la possibilità che sia l'azienda stessa ad acquistare, con i fondi drenati dalla quota che loro spetta dell'attività privata, prestazioni in intramoenia destinate al pubblico non pagante. Un sistema, complesso, da condurre in piena trasparenza e sotto stretto controllo e invece spesso finito su altri binari con liste separate che creano diseguaglianze e iniquità tra chi ha la possibilità economica e chi invece deve seguire il girone dantesco di ritardi, disagi e carenze. Un'altra soluzione, sarebbe remunerare meglio il professionista più bravo con contratti personalizzati alternativi all'intramoenia.
Voce prevista dal contratto sotto la voce professional ma completamente disattesa.
Il Mattino