«Fossero baby gang, almeno avrebbero una sorta di identità, ma in realtà non lo sono, sono aggregazioni 'volanti', occasionali di ragazzi e ragazzini...
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«Cosa fare? È difficile. È difficile ragionare con questi gruppi di ragazzi - spiega Moreno - tutti pensano di sapere cosa vogliono, cosa cercano questi ragazzi in realtà non lo sa nessuno: il problema a mio parere è che manca un'interlocuzione valida, seria per questi giovani. Con chi parlare che comprenda cosa desiderano, cosa cercano. Gli stessi genitori non conoscono i propri figli perché non parlano con loro».
«Certo, potremmo costituirla noi una gang, ma che abbia le idee chiare - dice Moreno - nel nostro piccolo di Maestri di Strada, un'idea l'abbiamo: a Napoli ci sono tanti ragazzini di otto, nove anni che la sera tardi scorazzano per strada e anche se vigili urbani o polizia li prendono e riconsegnano ai genitori, con una ramanzina, i ragazzini poco dopo sono nuovamente per strada. È necessario attirare le loro attenzione, la loro energia altrove lontano dalla strada e lo si può fare solo scendendo per strada noi e parlare con loro nel tentativo di capire cosa cercano».
«C'è un esperimento che vorremmo mettere in atto e trasformare in un vero e proprio progetto con il nome di 'Scavalco' - spiega Moreno - ci sono dei ragazzi che scavalcano, appunto, le recinzioni degli orti botanici, dei giardini e altro, e compiono delle scorrerie, atti vandalici e vorremmo intercettare questi ragazzi e portarli altrove. Ho cercato di avvicinarli e non sono poi così temibili come li dipingono: si può fare qualcosa, dobbiamo fare qualcosa».
«Noi, Maestri di Strada, non siamo molti e agiamo in un territorio difficile ma si deve fare qualcosa - conclude - per strappare questi giovani alla strada e alla criminalità e per farlo ribadisco bisogna parlare con loro e comprendere cosa cercano». Leggi l'articolo completo su
Il Mattino