«Il vigile in camicia nera». Si chiama Salvatore Sola, maresciallo nel corpo della polizia municipale di Mariglianella, è stato lui, nei giorni scorsi, a...
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Al comando di Mariglianella non si parla d'altro che del caso degli abusi edilizi nella masseria Di Maio: se tra gli abitanti c'è fastidio per l'invasione di giornalisti di questi giorni, per altri è l'occasione di prendersi il canonico minuto di celebrità. «I Di Maio - spiegano in caserma in una sorta di conciliabolo - sono una famiglia perbene, hanno fatto solo qualche reato come se ne fanno tanti».
A due passi dal comando di Mariglianella, ad appena un chilometro, si trova pure la stazione dei vigili urbani di Marigliano. Qui l'aria è più cupa perché un abuso edilizio che lambisce la famiglia Di Maio è stato scoperto dai poliziotti del luogo appena due giorni fa. In via Caliendo sono scattati i sigilli in una palazzina dove Rosalba Di Maio, sorella del vicepremier, era direttrice dei lavori. Ad intervenire sono stati i vigili di Marigliano capitanati da Emiliano Nacar. E' stata scoperta una balconata abusiva e altre irregolarità all'interno di un appartamento. Da quando c'è il comandante Nacar, da ottobre scorso, i controlli sono stati intensificati: 3mila le sanzioni in appena tre mesi rispetto alle 1500 dell'intero anno precedente. Dopo il polverone dei giorni scorsi, il cantiere di Marigliano è stato scoperto grazie ad una segnalazione anonima, non un caso, forse, che la via dove sono stati individuati gli abusi edilizi sia attigua a una strada che porta un nome profetico: «via dello Spione». Gli occhi dei mariglianesi in questi giorni sono tutti puntati sulla famiglia Di Maio. Anche quelli del «vigile in camicia nera» che per difendere i congiunti del vicepremier intona un vecchio motto del Ventennio facendo ben comprendere il clima di invasione in cui si sentono adesso le persone del posto. «Tutte le frontiere - dice il maresciallo Sola - sono sacre: non si discutono, si difendono». E lui difende il vicepremier perché in fondo bisogna «credere, obbedire e combattere».
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Il Mattino