La domenica mattina è un'anteprima, la mini-maratona un pretesto. Anzi, di più: una speranza. Tradotta in metafora. Perché fino ad oggi il percorso per...
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Ma adesso che i passi si allungano e le nebbie si diradano, finalmente il traguardo s'intravede. Ad annunciarlo è Umberto Masucci, presidente dei Propeller Clubs d'Italia e di quello napoletano, che con ostinazione ha condotto in Porto - mai espressione fu più pertinente - una battaglia difficile. «Ma non impossibile», sorride scrutando l'orizzonte dalla banchina negata che stamattina dalle 9,30 alle 12 ospiterà la «maratonina» di Santa Barbara. Una gara gratuita e aperta a tutti che l'International Propeller Club di Napoli organizza per la prima volta - è questa la notizia - con il Comando logistico della Marina Militare.
La collaborazione suggella un'intesa storica: riaprire il pontile borbonico entro la prossima primavera. Ad annunciarlo, al margine della competizione per niente agonistica realizzata anche con il contributo dell'Aniai Campania (l'Associazione degli Ingegneri e Architetti) e della sezione di Napoli della Lega Navale, saranno oggi il sindaco Luigi De Magistris, l'ammiraglio della Marina Raffaele Caruso e il contrammiraglio Antonio Basile, commissario uscente del Porto di Napoli. «Mentre la Marina rafforzava la propria posizione su Napoli, il Porto ha vissuto tra abbandono e commissariamenti uno stallo di ben otto anni», spiega Masucci, che in questi quindici anni di perseveranza ha guidato la maratona più faticosa. Una contesa nella quale, a ridosso dell'ultimo miglio, scopri che vincono tutti: la Marina, il Propeller, e prima ancora Napoli.
«Negli ultimi tempi, grazie al cluster marittimo-portuale napoletano, che ha svolto un'opera di supplenza rispetto allo stallo dell'Autorità portuale, il dialogo è ripreso su nuove basi», racconta soddisfatto l'avvocato. Superate le reciproche resistenze, dunque, si comincia a correre verso l'obiettivo: restituire ai napoletani e ai turisti uno degli scorci più belli e più sconosciuti del Golfo. Un angolo di terra ricavato sull'acqua dal quale Napoli si mostra in tutta la sua bellezza bifronte: quella dal mare e quella del mare. «San Vincenzo può diventare un'area aperta alla città e alle attività marittime: ci sono mille metri di banchina per sviluppare e allargare il Porto, e poi una serie di spazi che potrebbero ospitare botteghe artigiane, eventi teatrali, sportivi e musicali».
Di questo si è parlato nel workshop sul futuro dei waterfront organizzato dall'Aniai Napoli, che si è concluso ieri nella sala Caracciolo, proprio al Molo San Vincenzo. «Si è avanzata, ad esempio, l'idea di un taxi boat che faccia tappa anche al vicino Borgo Marinari. Ma sono decisioni che spettano al sindaco e al nuovo presidente del Porto, Pietro Spirito. A loro - dice Masucci - tocca il compito di raccogliere una sfida complessa: finalizzare il nostro grande lavoro». L'altra sfida, quella dei podisti, comincerà tra qualche ora: un circuito di 5 km, due giri del Molo, al termine del quale verranno premiati i primi tre arrivati sia tra gli uomini che tra le donne.
Il Mattino