Pulizia in corso nel cimitero dei colerosi di Barra, nella periferia orientale di Napoli, dopo riposano i deceduti per colera delle diverse epidemie avvenute durante l’800....
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L'iniziativa - organizzata dall'associazione «Voce nel deserto» e dal comitato civico di San Giovanni a Teduccio - vuole riportare attenzione sul bene comunale e sulla necessità di riconsegnarlo pienamente alla cittadinanza. Difatti, il monumentale camposanto di Barra è chiuso da tempo in quanto non si riesce a provvedere ordinariamente alla manutenzione del verde. Così credenti e laici da tempo si impegnano per il recupero del sito nel quale riposano migliaia di morti: circa 3600 secondo alcune stime. Tra questi anche i resti di Macedonio Melloni, scienziato e direttore dell'Osservatorio Vesuviano, morto nel 1854. La maggior parte dei defunti nel cimitero dei colerosi di Barra è stata inumata nelle fosse comuni. Il camposanto fu chiuso nel 1873.
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Alcuni monumenti restano ancora integri. Negli anni scorsi all'interno del cimitero sono stati sversati rifiuti di ogni genere, tra cui anche lastre di amianto. Nel 2016, infatti, il Comune di Napoli intervenne con una bonifica e col diserbo di tutta l'area verde. Il bene comunale è oggi una vera e propria oasi naturalistica come spiega Enzo Morreale, presidente del comitato civico di San Giovanni a Teduccio: l'ampio giardino accoglie diverse specie di uccelli nei numerosi alberi ad alto fusto che pure necessitano di manutenzione. La speranza per i cittadini della zona è quella di un apertura costante alla cittadinanza per restituire dignità ai defunti morti di colera e per riconsegnare il giardino agli stessi residenti. Leggi l'articolo completo su
Il Mattino