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«La nebbia sulla città? Colpa dell'anticiclone africano, ma tutta questa umidità dipende dal mare, più caldo di un grado». Giorgio Budillon, professore ordinario di Fisica dell'atmosfera e oceanografia, è prorettore della ricerca dell'Univesità Parthenope, l'unica in Campania che forma metereologi con un preciso percorso di certificazioni. E va oltre, nell'analisi del fenomeno che ha paralizzato il traffico subito dopo la mezzanotte di Capodanno, bloccando in auto i napoletani diretti o di ritorno dal veglione, tra cui il cantante Ivan Granatino, costretto a rinviare lo show in piazza: per quattro ore nel traffico, impossibilitato a raggiungere Pozzuoli.
La coltre è ancora presente. E l'esperto spiega che dipende dal mare, perché «caldissimo già da questa estate». A giudicare dai dati aggiornati in tempo reale (che è possibile consultare sulla App della Parthenope), «il Tirreno e il golfo di Napoli hanno infatti una temperatura di un grado e mezzo più alta rispetto alla media di gennaio e, anche tra dicembre 2022 e gennaio 2023, superiore di un grado».
Insomma, Budillon precisa che la situazione non è dovuta all'inquinamento; mentre i fuochi di artificio possono aver contribuito, visto che la polvere da sparo favorisce la condensa. «Ma la vera causa resta la temperatura del mare in aumento, con il 2022 che si è chiuso come l'anno in assoluto più caldo degli ultimi 200». Annuisce Raffaele Montella, professore associato di informatica all'Ateneo: lui è responsabile dell'Infrastruttura per il calcolo ad alte prestazioni di meteo@uniparthenope, e ribadisce al Mattino.it: «Il tutto è provocato dalle massa d'aria provenienti da sud est (calde e umide), che raggiungono le nostre coste più fredde. E i botti, anche se evidenziano il fenomeno, ma non lo determinano». Difatti, la nebbia continua ad avvolgere intere zone: nel capoluogo campano, nell'hinterland partenopeo e non solo. E lo farà fino al 4 gennaio, quando «inizierà na fase con correnti d'aria prevalentemente da nord/nord-est che porterà un abbassamento della temperatura e alla scomparsa della nebbia», garantisce l'informatico specializzato nell'uso dell'Hpc, il sistema di calcolo ad alte prestazioni per la modellistica ambientale.
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Il Mattino