Napoli. Puzza di frittura e cartacce unte. Il centro storico Unesco diventa un immenso take away| Commenta

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Napoli come Amsterdam. Almeno per quel che riguarda le patatine fritte. La «moda» di aprire piccoli store dedicati alle fritture e affini dilaga sempre più nella città partenopea, tanto da «contagiare» il centro storico Unesco, da sempre scrigno di tradizioni e bellezza.





Così non deve soprendere più di tanto che anche un'antica strada come San Biagio dei Librai, quella che porta alla «via dei pastori» San Gregorio Armeno si sia «convertita» alle patatine e al cibo «low cost».



In quella strada di recente, a causa della crisi, hanno chiuso alcune storiche botteghe artigiane, che hanno lasciato posto a friggitorie, piccole trattorie e ristoranti take-away bio. Probabilmente è il segno della città che cambia e che offre punti di ristoro in un luogo ad alta concentrazione turistica. Ma gli amanti delle tradizioni - via San Biagio dei librai è da secoli uno dei cardini (stenopoi) dedicati all'artigianato - storcono il naso. «Napoli è ormai come Londra - racconta uno storico bottegaio della zona -. C'è odore di cibo dappertutto, il puzzo di frittura continuo, nei vicoli, è insopportabile. Non è raro trovare cartacce di frittura per terra. E pensare che il nostro sito storico è stato dichiarato patrimonio Unesco. Sono un pugno nell'occhio alcuni di questi negozietti con le insegne gialle, le scritte illuminate roboanti tra i palazzi in tufo e piperno. Senza contare il fatto, ben più grave, che qui le vecchie tradizioni stanno pian piano scomparendo. Non c'è nulla da meravigliarsi: sono i tempi che corrono». Leggi l'articolo completo su
Il Mattino