L'appuntamento è alle 19 in punto nella chiesa di Santa Maria della Consolazione a via Villanova, la parrocchia di don Carlo Ballicu. Qui si riuniscono gli Angeli di...
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Ed eccoli qui gli Angeli del povero Zico, ma anche di Osim, Ismael, Samir, Emanuela, Lello - che assomiglia più a un volontario che a un barbone - Rashid, Ranjit... Un piccolo esercito della solidarietà, quattro auto, centinaia di pasti, grandi sorrisi, tanta pazienza e voglia di aiutare gli altri. «Alla fine - commenta Marika Cafiero, tra gli animatori del gruppo - riceviamo molto più di ciò che diamo. Noi non riusciremo a cambiare le loro vite purtroppo, ma vi assicuro che le nostre, da quando li conosciamo, sono più ricche e gioiose. E soprattutto ci ricordano di ringraziare ogni giorno il Signore per quello che ci ha dato».
Via Marina: con Marika ci sono Marcello Ciucci, Alfredo Paladini, Consiglia Ruggero e Carlo Grenci, gli altri sono già partiti alla volta dei Campi Flegrei dove pure, il lunedì, i volontari della Villanova prestano servizio. La distribuzione inizia intorno alle 20 quando le due auto, stracariche di cibo, abiti e coperte, si fermano all'altezza dei giardinetti di via Marina: qui passano la notte almeno una decina di extracomunitari. C'è chi per riscaldarsi appicca il fuoco e chi mette a repentaglio la propria vita dormendo tra cumuli di rifiuti, con ratti e scarafaggi che popolano aiuole e giardinetti mai bonificati, nel degrado e nell'abbandono più totale. Ismael è uno di loro, capelli corti ma curati, il viso appena rasato e la pelle leggermente abbronzata, l'italiano lo parla molto bene, vive qui da 15 anni, prima aveva anche un lavoro, «facevo l'operaio. Poi mi hanno buttato fuori e da quel giorno non ho mai trovato più nulla da fare». O meglio: «Qualche lavoretto ogni tanto capita - racconta ancora - ma niente che possa consentirmi una casa e una vita normale. E allora eccomi qui: dormo in strada e aspetto gli amici che mi portano da mangiare».
Pasta patate e provola o maccheroni al ragù, panini imbottiti, con grande cura per quelli da offrire ai clochard musulmani che non mangiano maiale e salumi, e poi dolcetti, frutta, latte e caffè bollente. «Ogni settimana si cambia - spiega Marcello Ciucci - grazie al lavoro di tante amiche che cucinano per noi. Lo fanno a casa loro senza chiedere niente a nessuno, ormai andiamo in automatico ma vi assicuro che preparare ogni settimana duecento pasti e duecento panini non è una cosa facile».
Ai Campi Flegrei è tutto più ordinato. Al punto che un pizzaiolo volontario riesce a friggere e distribuire, quasi ogni lunedì, almeno una quarantina di pizze. Qui non ci sono solo i senza dimora ma anche chi, pur avendo una casa, non riesce a mettere insieme il pranzo con la cena. «Quando arriviamo spesso li troviamo già in fila - racconta Alfredo Paladini, ingegnere di mestiere e volontario - silenziosi e sorridenti. Prendono il cibo e vanno via. A volte arrivano intere famiglie, lasciano i bambini a casa e vengono qui sicuri che ci sarà un pasto caldo anche per loro».
Il Mattino